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GB: il Labour affonda, voci su leadership Starmer a rischio

Keystone-SDA

Nuovi venti di rivolta minacciano di sconvolgere il partito laburista britannico di Keir Starmer, investito da fallimenti, crisi economica, contrasti intestini e sondaggi disastrosi che potrebbero mettere ormai a rischio la stessa poltrona del primo ministro.

(Keystone-ATS) L’ipotesi citata da vari media – raccoglie per adesso una pioggia di smentite, ma viene rilanciata anche dalla solitamente prudente BBC, secondo la quale una sfida interna alla leadership di sir Keir è al centro di varie possibili trame. E potrebbe materializzarsi persino a breve, dopo la temuta manovra finanziaria d’autunno attesa a colpi di nuove tasse e nuovi tagli alla spesa (in violazione delle promesse elettorali), a nemmeno un anno e mezzo dalla vittoria alle urne del luglio 2024.

Fra i potenziali candidati al “cesaricidio” si fanno i nomi di personaggi considerati finora fedelissimi di Starmer come Wes Streeting, ministro della sanità in carica neoblairiano, gradito ai giornali d’establishment e che potrebbe portare il partito ancora più a destra.

Ma pure di figure più progressiste come il titolare dell’energia, Ed Miliband, già leader senza grande fortuna in passato, come la ministra dell’interno Shabana Mahmood e come l’ex ministra Louise Haigh, da tempo apertamente dissidente dalla linea del premier.

Senza contare la nuova vice leader Lucy Powell, a sua volta voce critica da sinistra del governo, che in questi giorni ha preso di mira ad alta voce l’entourage “tutto maschile” dei consiglieri di Starmer guidato dal contestato, potente e machiavellico capo dello staff di Downing Street Morgan McSweeney.

A indebolire ulteriormente il premier britannico contribuiscono l’immagine catastrofica di alcuni dei ministri chiave del suo governo: dalla cancelliera dello Scacchiere Rachel Reeves, titolare del Tesoro e responsabile della rovinosa finanziaria attesa in Parlamento il 26 novembre, al vicepremier e ministro della giustizia David Lammy, ridicolizzato di recente alla Camera dei Comuni su temi quali le scarcerazioni facili o i flop rispetto alla promessa linea dura sull’immigrazione.

Fonti vicine al premier hanno in ogni caso fatto sapere che egli è pronto a combattere, se verrà davvero sfidato. Mentre Streeting, intervistato oggi dalla BBC, ha giurato di non volersi prestare a “un tradimento” di Starmer che in questa fase rappresenterebbe nelle sue parole “un’assurdità autolesionistica”.

Restano però i malumori della base laburista e gli allarmi degli stessi deputati e ministri per i numeri devastanti dei sondaggi, con i consensi alla formazione di governo dimezzati da tutti gli istituti rispetto alle elezioni del 2024. E con il Labour indicato non solo a una quindicina di punti di distanza rispetto alla destra trumpiana di Reform UK, il partito di Nigel Farage largamente primo da mesi nelle rilevazioni, ma addirittura in affanno per il secondo posto: testa a testa sia con i malmessi conservatori di Kemi Badenoch, sia con i Verdi, in piena ascesa dopo la svolta di sinistra radicale del nuovo leader Zack Polanski.

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