Gb: Banksy non si ferma più, nel London Zoo ecco l’acquario
(Keystone-ATS) Un banco di pesci, forse piranha, che nuotano sulle pareti di una cabina della polizia: è la settima opera d’arte che Banksy, come fa da puntualmente da lunedì scorso intorno alle 13 ora di Londra -le 12 in Svizzera-, ha “autenticato” con un post su Instagram (IG).
Ancora animali, ad arricchire quel London Zoo disseminato per le strade della città che il celebre e misterioso writer britannico ha inaugurato il 5 agosto con una capra (o forse uno stambecco) in bilico a Kew Bridge, popolandolo poi con due elefanti con le proboscidi che si sfiorano a Chelsea, tre scimmiette che dondolano sotto un ponte della ferrovie a Brick Lane, un lupo che ulula alla luna su un antenna satellitare a Peckham, due pellicani che mangiano pesci sull’insegna di un pub a Walthamstow e infine un grosso gatto nero che si stiracchia a Cricklewood.
A differenza dai precedenti stencil neri, l’acquario sembra realizzato con una vernice spray traslucida che lascia trasparire sfumature di azzurro. Ma sulla paternità non ci sono dubbi, visto che l’immagine è apparsa sul profilo ufficiale IG di Banksy. Che questa volta ha lasciato la firma su una vecchia garitta della polizia su Ludgate Hill, vicino all’Old Bailey e alla Cattedrale di St Paul.
Due agenti della City hanno scattato foto dell’opera: uno di loro ha spiegato che il lavoro è stato ripreso dalle telecamere a circuito chiuso e gli era stato chiesto di andare a dare un’occhiata. “Siamo a conoscenza di danni a una cabina della polizia della città di Londra a Ludgate Hill”, ha detto l’ispettore Andy Spooner. “Stiamo collaborando con la City of London Corporation che possiede la cabina di polizia”. Insieme alle telecamere a circuito chiuso e ai dissuasori per restringere le strade, garitte della polizia come questa – ricorda il sito della Bbc – furono installate intorno allo Square Mile negli anni ’90 per proteggere la città dagli attacchi terroristici durante i disordini dell’Ira.
Se la street art è effimera per definizione, le nuove opere dello Zoo di Banksy – tutte senza titolo né didascalia, ad accrescerne il mistero e ad alimentare le febbrili speculazioni – hanno avuto sorte diversa: il lupo, con tutta la parabola, è stato rubato poche ore dopo la sua realizzazione da due uomini incappucciati, la capra è stata messa sotto plexiglass, la coppia di elefanti è stata vandalizzata con strisce di vernice bianca e il gatto è stato rimosso poche ore dopo la sua comparsa, tra i fischi della gente accorsa a vederlo. Gli uomini incaricati della rimozione hanno spiegato di essere stati “ingaggiati” da un’impresa edile per motivi di sicurezza.
Secondo quotidiani come l’Observer e il Guardian, che hanno interpellato il Pest Control Office, la società senza scopo di lucro creata da Banksy per vendere e autenticare le sue opere, la nuova serie di lavori ha lo scopo di “rallegrare il pubblico” durante una settimana particolarmente tumultuosa nel Regno Unito. “Si intuisce – ha scritto Vanessa Thorpe sul Guardian – che la speranza di Banksy è che opere edificanti rallegrino le persone con un momento di divertimento inaspettato, oltre a sottolineare con delicatezza la competenza umana per il gioco creativo, piuttosto che per la distruzione e la negatività”. In ogni caso, secondo il Pest Control Office, alcune teorie sul significato più profondo di ogni nuova immagine “sono andate troppo oltre”.