Gaza: sette bambini feriti in viaggio verso la Svizzera
Partiti dall'aeroporto di Amman (Giordania), 7 bambini gravemente feriti, con i rispettivi accompagnatori (27 persone), giungeranno in serata in Svizzera dove verranno ricoverati in diversi ospedali. Un velivolo è atteso allo scalo di Lugano/Agno.
(Keystone-ATS) Lo ha dichiarato oggi ai media il Segretario di Stato della migrazione (SEM), Vincenzo Mascioli, secondo cui una seconda operazione è prevista per novembre. Il Consiglio federale ha infatti fatto sapere già a fine settembre che intende accogliere 20 bambini in tutto.
Il gruppo si trova attualmente a bordo di quattro aerei della Rega e di due aerei dell’aeronautica militare svizzera, che secondo i piani atterreranno oggi in serata negli aeroporti di Zurigo, Ginevra e Lugano, ha spiegato Mascioli. Il trasporto in Svizzera è stato organizzato e finanziato dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).
Questi bambini e i loro accompagnatori saranno accolti da sette diversi Cantoni – Ginevra, Vaud, Ticino (1 bambino), Basilea Città, Lucerna e San Gallo e Appenzello Esterno – e riceveranno cure mediche negli ospedali universitari e cantonali locali. Saranno sottoposti a una procedura di asilo in Svizzera. Gli accompagnatori saranno alloggiati in strutture di questi Cantoni o della SEM nelle vicinanze degli ospedali. I costi delle cure sono a carico dei Cantoni in cui hanno sede gli ospedali o degli ospedali stessi, se non sono coperti dall’assicurazione malattia obbligatoria.
Per un futuro migliore
Stando a Mascioli, tutti i bambini soffrono di ferite da guerra gravi, in particolare da schegge. Da noi potranno ricevere le cure mediche altamente specializzate di cui necessitano, ha sottolineato l’alto funzionario, secondo cui l’azione intrapresa dalla Svizzera – che si aggiunge ad altre azioni simili da parte di una ventina di Paesi, fra cui 10 europei – s’inserisce nella tradizione umanitaria del nostro Paese.
Benché spetti ad ognuno di noi giudicare se si tratti di un numero sufficiente di bambini, di sicuro questa operazione è importante per i diretti interessati. È importante dar loro una prospettiva per il futuro e una vita degna di essere vissuta, ha aggiunto il responsabile della SEM.
Severi controlli
Nell’organizzare questa operazione, giudicata “complessa” da Mascioli, si è tenuto conto della sicurezza, un aspetto al quale è stata data molta importanza. Prima dell’ingresso in Svizzera, ha sottolineato, le autorità hanno effettuato un controllo di sicurezza su tutte le persone.
Queste ultime, fra l’altro, prima di partire per la Giordania sono state evacuate verso Israele, dove già sono state sottoposte a controlli. In caso di problemi, non avrebbero potuto lasciare il Paese.
Gli antefatti
Lo scorso settembre, il Consiglio federale aveva annunciato di voler accogliere venti bambini nel quadro di un’azione umanitaria. L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha registrato circa 19 mila pazienti per un’evacuazione dalla Striscia di Gaza: tra questi vi sono circa 4 mila bambini che rischiano la vita a causa di malattie o ferite che non possono essere curate in maniera adeguata sul posto.
A livello federale, all’evacuazione hanno partecipato il Dipartimento federale di giustizia e polizia, il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport, il Dipartimento federale degli affari esteri e il Dipartimento federale dell’interno.
Mercoledì 22 ottobre, i sette bambini e i loro accompagnatori sono stati trasportati dall’OMS e da Medici Senza Frontiere, con il sostegno del personale medico specializzato del Corpo svizzero di aiuto umanitario, prima in Giordania. Qui hanno ricevuto assistenza medica prima di partire alla volta della Svizzera.