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Francia: rivolta gauche contro Macron, nessun Ps nel governo

Keystone-SDA

(Keystone-ATS) Tutto il Nuovo Fronte Popolare (Nfp), la coalizione di partiti della sinistra francese che ha ottenuto più seggi alle elezioni legislative, è in rivolta contro il presidente Emmanuel Macron all’indomani della nomina di Michel Barnier come premier.

Manuel Bompard, numero 2 de La France Insoumise (Lfi), esorta a manifestare domani contro “il colpo di mano” di Macron: “non è una questione di rabbia, ma anche di dignità – ha detto su BFM TV – Quando si è votato, quando ci si è impegnati in un’elezione legislativa, non si può accettare che un uomo solo spazzi via tutto questo”.

“Quando uno arriva ultimo in una gara, non ha la medaglia d’oro alla fine”, ha aggiunto, riferendosi ai Républicains, il partito al quale appartiene Barnier ed arrivato al quarto posto alle legislative. Per Marine Tonderlier, segretaria nazionale degli Ecologisti, l’idea di nominare Barnier “era il piano originario di Macron”. “Nulla di quello che era a sinistra di Emmanuel Macron è mai stato preso seriamente in considerazione”, ha detto a TF1.

Quanto ai socialisti, il segretario, Olivier Faure, ha parlato ai microfoni di France Inter assicurando che “nessuna personalità” del suo partito “entrerà nel governo” di Barnier. Ha confermato che il cartello delle sinistre ‘Nouveau Front Populaire’ (Nfp) presenterà una mozione di censura (sfiducia) immediata contro il futuro esecutivo.

“Penso che nessuna personalità del Ps entrerà nel governo, non ho alcun dubbio su questo”, ha detto Faure parlando, confermando che la gauche presenterà una mozione di censura in quanto “la scelta che è stata data dal capo dello Stato è di mettere il baricentro a destra e all’estrema destra”. Il che rappresenta “un tradimento democratico” rispetto al risultato delle elezioni legislative anticipate del 30 giugno e del 7 luglio (dove il Nfp si è piazzato primo).

Gli altri esponenti della coalizione sono all’unisono nel denunciare la scelta di Macron di nominare un premier non immediatamente censurabile dal Rassemblement National di Marine Le Pen, alcuni si spingono addirittura a sostenere che sia stata lei a dare il via libera alla scelta di Barnier. “Di fatto, il presidente si piazza in coabitazione con il Rassemblement National”, ha protestato su radio RTL Lucie Castets, che era la candidata della gauche per Matignon, rifiutata a fine agosto da Macron.

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