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Francia: niente ripresa per i macroniani, stravincerà Le Pen

Keystone-SDA

(Keystone-ATS) Celebrazioni del D-Day con i capi di Stato, visita di 5 giorni di Biden e Zelensky, onnipresenza diplomatica e persino un’intervista in diretta tv non sono servite a Emmanuel Macron per invertire la tendenza.

Gli ultimi sondaggi per le europee di domani, pubblicati prima del silenzio elettorale di 24 ore, confermano la schiacciante vittoria del partito di Marine Le Pen, il Rassemblement National guidato dal giovane Jordan Bardella: 32-33% per l’estrema destra, oltre il doppio dei macroniani di Renaissance, guidati da Valerie Hayer, fermi fra il 14,5 e il 15% e tallonati dalla rivelazione Raphael Glucksmann (PS-Place Publique, 13%).

Staccata la sinistra radicale de La France Insoumise, che però sotto la guida di Manon Aubry ha rimontato quasi 2 punti in due giorni (è al 9%). Ma il leader, Mélenchon, non si accontenta, e promette “una nottata nera” per i sondaggisti che, secondo lui, avrebbero sottovalutato le potenzialità del partito.

Mentre si è cominciato a votare nei dipartimenti francesi d’Oltremare, dalle Antille alla Polinesia, si conclude una settimana pre-elettorale all’insegna dell’offensiva dell’Eliseo, al quale tutte le altre forze politiche hanno rimproverato di voler dissimulare dietro gli impegni internazionali l’estremo tentativo di salvare una situazione compromessa. Il divario – se i sondaggi si confermeranno – è tale da giustificare una richiesta di verifica politica, con il partito della Le Pen che ha già anticipato la richiesta di scioglimento delle Camere.

Come scrive oggi Le Monde, si è trattato di “una campagna elettorale molto francese”, con l’estrema destra che ha voluto esplicitamente trasformare le europee in un “referendum pro o contro Macron” e in un test di metà mandato. L’onnipresenza di questi ultimi giorni del presidente sui media, fra commemorazioni in Normandia e passeggiate al fianco di Biden, non ha fatto che inasprire le polemiche, tanto più che sia Macron sia il suo premier, Gabriel Attal, non hanno esitato a lanciare allarmi sul rischio di un dominio dell’estrema destra in Europa, che – fra l’altro – bloccherebbe l’attività del Parlamento europeo.

Sorpresa della campagna, Glucksmann ha fatto di tutto per spezzare la logica dello scontro fra macroniani e antimacroniani, che ha definito “un falso duello”. La France Insoumise ha condotto invece un finale di campagna tutto improntato alle dimostrazioni filopalestinesi, inneggiando e sventolando bandiere anche in Parlamento, con sospensioni di seduta a ripetizione e deputati sanzionati. Mentre la destra moderata dei Républicains continua il suo declino, e non promette di andare oltre il 6-8%, gli ecologisti vanno anche peggio, fra il 5 e il 6%, pericolosamente vicini alla soglia di sbarramento del 5%.

Piccola sorpresa possibile per la partecipazione al voto, che dopo essere stata data in ribasso per settimane è accreditata da un ultimo sondaggio addirittura in aumento rispetto al 2019 dal 50,12 al 52,5%.

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