La televisione svizzera per l’Italia

Quella TV in bianco e nero

La televisione e l'immaginario ad essa legato sono i protagonisti della mostra aperta alla Fondazione Prada di Milano. L'artista Francesco Vezzoli, autore e curatore di questa singolare esposizione, ci accompagna alla scoperta di come lui "guarda la Rai". 

C’era una volta la tv del bianco e nero (e non solo). C’erano gli sceneggiati che facevano piangere, Raffaella Carrà che ballava e Mike Bongiorno con il suo “Rischiatutto”. C’erano gli sceneggiati, le noiose tribune politiche, e c’era un telegiornale più “letto che raccontato per immagini”. C’erano programmi belli e brutti, noiosi o spensierati, e anche quelli che tenevano, mai più come allora, milioni di spettatori incollati davanti allo schermo. Un immaginario indelebile questo, per tutti e anche per quelli nati ai primi anni Settanta. Come Francesco Vezzoli, uno dei più quotati e famosi artisti contemporanei, che di anni ne ha 46 e che firma proprio questa mostra Tv 70 – Francesco Vezzoli guarda la RaiCollegamento esterno

Una grande rassegna, una delle più grandi per spazio occupato, aperta alla Fondazione Prada di Milano (fino a fine settembre), ricca di installazioni, filmati d’epoca, dipinti, sculture, quadri di artisti famosi che ricreano lo “spirito del tempo”, quella della Rai anni Settanta, interpretata a suo modo dall’artista. Tre le sezioni. Arte e televisione evidenzia il rispetto della tv verso l’arte, con programmi dedicati tanto ai grandi autori del passato quanto agli emergenti, affidando a questi anche adattamenti e scenografie. Politica e televisione mette in mostra estratti di telegiornali e 12 collage su carta in cui si narra il terrorismo e anni di piombo. Infine Intrattenimento e Televisione su liberazione sessuale e consumi del corpo femminile. Una mostra da vedere dunque: singolare, suggestiva, originale, monumentale, come racconta in questa intervista lo stesso autore e curatore, Francesco Vezzoli….

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