Fragile tregua a Gaza, Hamas consegna altri due corpi
 
In un clima di attesa e grande commozione Israele ha ricevuto i corpi di altri due presunti ostaggi da parte del movimento palestinese Hamas, mentre a Gaza tornano a riaccendersi le speranze di pace.
(Keystone-ATS) Il ripristino del fragile cessate il fuoco a fatto seguito alla notte di sangue tra martedì e mercoledì con un tragico bilancio di oltre cento morti.
Le due bare contenenti alcuni resti umani sono state consegnate dalla Croce Rossa all’esercito dello Stato ebraico che le ha scortate, in una sorta di processione, fino all’istituto forense Abu Kabir di Tel Aviv che si occuperà della procedure di identificazione. Si tratta di un procedimento che potrebbe durare anche due giorni. Se le loro identità venissero confermate, rimarrebbero nella Striscia i corpi di 11 ostaggi israeliani deceduti.
Nelle stesse ore, fra dolore e rabbia, la famiglia di Ofir Tzarfati, il giovane israeliano rapito da Hamas il 7 ottobre 2023, poi portato a Gaza ed infine ucciso, ha seppellito il suo caro per la terza volta. Una piccola scatola contenente i suoi resti, avvolta in una bandiera israeliana, è stata sepolta prima che la madre esprimesse il suo dolore.
Ultra-ortodossi contro la leva obbligatoria
Dallo strazio agli scontri. Momenti di forte tensione hanno contraddistinto la grande manifestazione indetta nel pomeriggio a Gerusalemme dagli ebrei ultra-ortodossi contro la leva obbligatoria nell’esercito a Gerusalemme. Oltre 200mila persone sono scese in piazza e alcuni giornalisti sono stati aggrediti con bastoni, sassi e bottiglie.
Un poliziotto è rimasto ferito, mentre un ragazzo di 15 anni è morto cadendo dal grattacielo in costruzione su cui si era arrampicato durante la protesta. La polizia indaga e non si esclude che possa essersi trattato di un suicidio.
Il primo ministro Benyamin Netanyahu ha annunciato di aver incontrato alti funzionari americani presso il Civil-Military Coordination Center, il centro del Comando centrale degli Stati Uniti (Centcom) per monitorare l’attuazione del cessate il fuoco e per facilitare gli aiuti umanitari a Kiryat Gat, nel centro di Israele.
“Stiamo lavorando insieme per raggiungere l’obiettivo concordato con il presidente Trump: disarmare Hamas e smilitarizzare Gaza, mantenendo al contempo la nostra sicurezza”, ha affermato Netanyahu, mentre secondo Axios, gli Stati Uniti starebbero accelerando sulla creazione di una forza internazionale da schierare a Gaza e intendono presentare un piano proprio nelle prossime settimane. Il piano prevederebbe una nuova forza di polizia palestinese – addestrata e valutata da Stati Uniti, Egitto e Giordania – insieme a truppe provenienti da Paesi arabi e musulmani come Indonesia, Azerbaigian, Egitto e Turchia.
In attesa che si concretizzi tale progetto le Nazioni Unite hanno annunciato che oltre 24.000 tonnellate di aiuti hanno raggiunto Gaza dall’inizio del cessate il fuoco all’inizio di ottobre. Sebbene i volumi degli aiuti siano notevolmente aumentati rispetto al periodo precedente il cessate il fuoco, gli operatori umanitari devono ancora far fronte a carenze di finanziamenti, oltre a problemi di coordinamento con le autorità israeliane.
 
    