Forte calo fiducia aziende settore MEM, è ai minimi dal 2021
Le piccole e medie imprese (PMI) attive nell'industria delle macchine, elettrotecnica e metallurgica (MEM) guardano con sempre maggiore apprensione al futuro.
(Keystone-ATS) L’indice del clima economico del ramo si è attestato nel terzo trimestre (ottobre) a -32 punti, scendendo di 10 punti rispetto ai tre mesi precedenti.
Si conferma così il valore più basso da gennaio 2021, quando era stato registrato -39, emerge dalla documentazione diffusa oggi dall’associazione di categoria Swissmechanic. Era poi partita una ripresa che aveva portato l’indicatore a +34 nel gennaio 2022, per poi avviare una fase di calo.
Concretamente in ottobre solo l’1% delle aziende considerava l’attuale clima economico molto favorevole: di parere opposto era il 74% delle imprese, che lo valutavano abbastanza o molto sfavorevole. La carenza di ordinativi rimane la sfida principale, seguita dai perduranti oneri dovuti al franco forte.
Il 60% delle PMI ha registrato un calo del fatturato nel terzo trimestre del 2024 e margini pressoché invariati o in diminuzione. Le capacità produttive delle aziende si attestano al momento appena sopra l’80%; a questo si aggiunge il fatto che quasi un terzo delle PMI intervistate ha la produzione assicurata solo per un periodo massimo di quattro settimane. Tutto ciò ha sensibili ripercussioni sull’impiego: un terzo delle società ha ridotto il personale in confronto all’anno precedente. E un quarto non dispone di fondi propri per investimenti.
In relazione all’ultimo trimestre del 2024 le PMI si mostrano piuttosto pessimiste, con la sfida più grande che viene vista nella domanda estera. Circa la metà delle aziende pronostica ulteriori contrazioni a livello di ordini, fatturati e margini. Per il 2025 vi sono però segnali di un possibile rilancio economico: “il calo dei prezzi dell’energia e i tassi d’interesse più bassi potrebbero imprimere impulsi al settore MEM e dare vita almeno a una leggera ripresa”, commentano gli specialisti di Swissmechanic.
Fondata nel 1939 durante l’esposizione nazionale di Zurigo – quella della cosiddetta “difesa spirituale”, in un’Europa che stava entrando in guerra e con una Svizzera che cercava di smarcarsi dai vicini – l’associazione Swissmechanic rappresenta oggi 1400 imprese del ramo, che occupano circa 70’000 dipendenti e generano un fatturato annuo di circa 15 miliardi di franchi.