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Film svizzero scritto dall’IA: cancellata la prima a Londra

Keystone-SDA

(Keystone-ATS) Dopo le forti lamentele arrivate dai social, il Prince Charles Cinema di Londra ha cancellato la prima di “The Last Screenwriter”, film del regista zurighese Peter Luisi e con la sceneggiatura interamente scritta da ChatGPT.

Il regista dice di rispettare la decisione ma critica la mancanza di volontà di confrontarsi con il tema dell’intelligenza artificiale (IA). “Hanno solo sentito o letto che la sceneggiatura è stata scritta da un’intelligenza artificiale. E questo è bastato. È tutto quello che volevano sapere”, afferma Luisi in un intervista a Keystone-ATS.

La prima di “The Last Screenwriter” (L’ultimo sceneggiatore) avrebbe dovuto aver luogo qualche giorno fa al Prince Charles Cinema, un rinomato cinema di Londra. I programmi, che sono curati e perciò ritenuti validi dai responsabili del cinema, vengono pubblicizzati sui social media.

Già dopo il primo annuncio, sui social ci sono state forti reazioni e lamentele. I responsabili del cinema hanno deciso in un primo momento di non fare più pubblicità, ma di proiettare ugualmente il film. Salvo poi annullare l’evento in seguito a circa 200 nuovi commenti negativi ricevuti in una sola notte. Il film è stato infine mostrato alla troupe e agli addetti ai lavori in un altro cinema.

“Esperimento senza scopi commerciali”

“Fin dall’inizio ero consapevole che si tratta di un argomento controverso in un momento delicato e che non sarebbe passato inosservato”, afferma Luisi nell’intervista. Il regista si dice tuttavia sorpreso dalla virulenza delle critiche. È passato un anno da quando i potenziali rischi dell’IA sono stati al centro dello sciopero degli sceneggiatori di Hollywood.

“The Last Screenwriter” racconta la storia di uno sceneggiatore che si rende conto che l’IA può scrivere meglio di lui. Si tratta di un esperimento, afferma Luisi. La storia “intende avviare una discussione e non ha mai perseguito un obiettivo commerciale”.

Peter Luisi non ha ricevuto alcun sostegno finanziario per questo film. L’opera è stata finanziata con i fondi della Promozione cinematografica legata al successo al botteghino (Success Cinema) per la commedia “Bon Schuur Ticino” da lui diretta e uscita nel 2023.

Contrariamente a quanto affermato qua e là, il fatto che l’opera sarà disponibile gratuitamente online a partire da metà luglio non è una novità, afferma Luisi. “È sempre stato previsto che il film fosse disponibile gratuitamente dopo la prima, in modo da essere liberamente accessibile a tutti gli interessati e, auspicabilmente, suscitare un dibattito”. Verranno pubblicati anche la sceneggiatura e la documentazione completa sulla realizzazione del film.

Luisi afferma anche che gli viene costantemente chiesto di esprimersi in qualità di esperto di IA. “Ma non ho una particolare affinità né una familiarità con l’argomento. Ero e sono semplicemente curioso”, dice il regista.

“Un ottimo lavoro”

A proposito del processo di creazione del film il regista e produttore zurighese afferma: “Ho scritto una frase sul contenuto e poi ho chiesto all’IA di scrivere una sceneggiatura con personaggi e dialoghi”.

Luisi ha girato il film in inglese perché l’IA è “semplicemente migliore” in questa lingua. È rimasto piacevolmente sorpreso dal risultato: “L’IA ha fatto un ottimo lavoro”. Ha adottato in larga misura la sceneggiatura, senza cambiare una sola parola. “L’ho solo accorciata e ho fatto una selezione”.

“Non sono l’autore di questo film”, precisa ancora Luisi. Ma a parte la sceneggiatura, il film è stato realizzato come tutti gli altri: attori veri hanno recitato su un set vero.

È chiaro che l’IA provoca scompiglio, prosegue il regista. Ci si può ad esempio chiedere se ci sarà ancora bisogno di noi sceneggiatori. O se la nostra fonte di sostentamento è in pericolo. Ma il punto cruciale – dice Peter Luisi – è che “la censura è l’approccio sbagliato”. “Se decidiamo di voltarci dall’altra parte, l’IA e le opportunità che offre non scompariranno”, sottolinea.

“Servono regole e leggi”

Facendo riferimento a 130 anni di storia del cinema, il regista zurighese ritiene che ora “siamo a un punto cruciale”. Qualcosa potrebbe cambiare radicalmente: “Per la prima volta è possibile che la sceneggiatura di un lungometraggio non debba più essere scritta da una persona”.

Ma Luisi, che è a sua volta autore di sceneggiature, non ha paura di abolire se stesso. L’AI è “uno scrittore molto mediocre. Chiunque sappia scrivere ragionevolmente bene è perciò al sicuro”, afferma. Ma questo non significa nulla per il futuro, perché nessuno sa “cosa succederà se l’IA continuerà a svilupparsi al ritmo attuale”.

Luisi ammette che vorrebbe tornare ai tempi “in cui tutto questo non era un problema”. Ma non è possibile. “L’IA è qui, è qui per restare e ci terrà molto occupati”. Per questo motivo, chiede che la discussione si svolga, “in un modo o nell’altro”. Si tratta di cose tangibili e importanti: regole, leggi, copyright. “Chiudere gli occhi di fronte a questo è un approccio che capisco, ma completamente sbagliato”.

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