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Federazione orologiera resta ottimista per il futuro

Keystone-SDA

(Keystone-ATS) Dopo un 2023 da record l’industria orologiera svizzera si trova ad affrontare venti contrari. La domanda di beni di lusso è in calo, soprattutto nell’importante mercato cinese. Il presidente della federazione del ramo Yves Bugmann rimane fiducioso per il futuro.

“Sono molto ottimista sul futuro dell’industria orologiera svizzera. L’orologio svizzero è un prodotto molto bello che suscita emozioni. E siamo molto ben rappresentati in tutte le categorie di prezzo”, ha dichiarato il presidente della Federazione dell’industria orologiera svizzera (FH) in un’intervista rilasciata oggi all’agenzia di stampa AWP a margine dell’assemblea generale della FH a Neuchâtel.

In termini di esportazioni le cose non vanno però più tanto bene per le aziende del settore. Dopo che l’industria si è ripresa bene dallo shock del coronavirus e l’anno scorso ha esportato più orologi che mai (per 26,7 miliardi di franchi), le esportazioni sono diminuite del 2,5% nei primi cinque mesi di quest’anno.

Il calo è dovuto alla situazione in Cina e a Hong Kong, ha spiegato Bugmann, dove la congiuntura è peggiorata. L’escalation della crisi immobiliare, il crollo dei consumi e la disoccupazione giovanile hanno portato a un netto calo della spesa. Inoltre nel 2023 gli affari erano andati molto bene e i valori di confronto sono quindi elevati.

“Tutto ciò ha un impatto diretto sulle esportazioni di orologi”, ha continuato Bugmann. È molto difficile prevedere l’evoluzione. “Le esportazioni si sviluppano in modo molto diverso nei singoli mesi. Ma riteniamo che la situazione non cambierà bruscamente nel resto dell’anno, né al rialzo né al ribasso”.

Mentre le esportazioni di orologi verso la Cina (-18%) e Hong Kong (-19%) hanno subito un forte calo nei primi cinque mesi, gli Stati Uniti, il più grande sbocco, sono rimasti stabili con un aumento del 3% e mercati come la Corea del Sud, il Messico e l’India hanno registrato addirittura una crescita percentuale a due cifre.

Bugmann è convinto che l’India offra ancora un “enorme” potenziale per l’industria orologiera elvetica. Un fattore determinante è l’accordo di libero scambio recentemente concluso dalla Svizzera con l’India. Ma il presidente della FH vede anche opportunità per l’industria orologiera in relazione all’ulteriore sviluppo dell’accordo con la Cina, soprattutto se i dazi sulle importazioni di orologi potranno essere ulteriormente ridotti.

Quanto alla contraffazione, Bugmann ha rivelato che “complessivamente, assieme ai nostri partner a livello mondiale sequestriamo annualmente oltre un milione di orologi falsi”. Nella sola Arabia Saudita lo scorso anno sono stati circa 150’000 pezzi. Ma il ramo si attiva anche in Cina, America Latina e Sudest asiatico. E pure online: “In internet chiudiamo circa un milione di annunci riguardanti orologi contraffatti all’anno.” In questo ambito viene fatto sempre più ricorso sull’intelligenza artificiale.

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