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Fai da te e giardinaggio: mercato svizzero si reinventa

Keystone-SDA

Nel mercato del fai da te e del giardinaggio i cambiamenti si susseguono: concentrazione, concorrenza straniera e nuovi approcci stanno scuotendo un comparto che per anni è sembrato bloccato in una situazione di stallo.

(Keystone-ATS) Le prospettive appaiono ora leggermente più ottimistiche, anche sulla scia dell’arrivo di nuovi attori stranieri, che vanno alla caccia di un consumatore svizzero sempre più attento ai prezzi non da ultimo a causa dell’esplosione del costo degli affitti e della cassa malati.

“Durante la pandemia si è registrato un picco dei consumi, incoraggiato da esigenze diverse, ma da allora il settore ha subito diversi anni di contrazione”, spiega Benjamin Gietzendanner, esperto presso la società di consulenza BearingPoint, in dichiarazioni riportate dall’agenzia Awp. “Sembra tuttavia che il peggio sia passato e che per quest’anno si profili una leggera crescita”.

I dati dell’istituto di ricerche di mercato Nielsen IQ pubblicati a metà settembre confermano questa idea, con un forte aumento della domanda per numerose categorie di prodotti osservato tra gennaio e luglio. Il volume del mercato, compreso tra 3,5 e 4 miliardi di franchi, è trainato principalmente dai lavori di ristrutturazione delle abitazioni private, mentre gli altri segmenti, come il giardinaggio e l’hobbistica creativa, giocano un ruolo meno importante.

Le prospettive di ripresa non sono però state tuttavia sufficienti per trovare un acquirente disposto a rilevare tutti i negozi Do It & Garden di Migros. “Quando si gestisce una catena di negozi ce ne sono sempre alcuni che hanno prestazioni molto migliori e altri che vanno peggio”, spiega Gietzendanner. “Per i punti vendita vacanti sono possibili riassegnazioni, ad esempio come centri logistici”.

Due gruppi tedeschi, OBI e Bauhaus, hanno comunque approfittato dell’occasione per rafforzare la loro presenza in Svizzera. “C’è una questione di dimensioni critiche. Il mercato tedesco è dieci volte più grande e questi gruppi sono presenti anche in altri paesi europei”. Inoltre il mercato tedesco è saturo, quindi la Svizzera è un potenziale candidato per l’espansione internazionale. “OBI ha l’ambizione di diventare la prima scelta in Europa, compreso in Svizzera, mentre Bauhaus ha approfittato dell’opportunità per colmare le lacune nella sua rete”, aggiunge lo specialista.

“A medio termine, abbiamo l’ambizione di essere presenti in tutte le regioni della Svizzera”, ha confermato una portavoce di Bauhaus. La pressione concorrenziale rischia quindi di aumentare per Coop, che ha completato la fusione di Coop Edile+Hobby con i negozi Jumbo. Le 120 filiali hanno implementato un nuovo allestimento, ponendo l’accento sulla diversità dell’assortimento e sui servizi. “Siamo convinti che Jumbo sia ben posizionata per continuare la sua crescita nei prossimi anni”, sottolinea un addetto stampa di Coop, aggiungendo che Jumbo “continua a guadagnare quote di mercato”.

Al di là del ramo del fai da te è l’intero settore non alimentare a essere sconvolto dall’abbandono dei marchi non legati al cibo da parte di Migros. “La ristrutturazione di Migros lascia libere superfici commerciali ben posizionate e questo cambia le carte in tavola in un mercato locativo dove il tasso di sfitto è piuttosto basso, intorno al 5-7%”.

La catena di drogherie tedesca Rossmann ha fatto il suo ingresso sul mercato elvetico nel dicembre 2024 e ora conta sei filiali nella Confederazione. “Finora siamo molto soddisfatti di come sta procedendo la nostra espansione in Svizzera”, ha commentato una responsabile della comunicazione. L’azienda a conduzione familiare ha confermato il suo obiettivo di aprire un centinaio di negozi a lungo termine. “Rossmann si è dimostrata pronta a rilevare alcuni spazi di Migros, ma sembra che quest’ultima fosse riluttante ad affrontare la concorrenza sui propri prodotti”, osserva Gietzendanner. Da parte sua il concorrente tedesco Müller ha proseguito la sua espansione con l’acquisizione di una decina di punti vendita Alnatura, dopo aver già rilevato parte dei negozi Franz Carl Weber.

“La Svizzera è un mercato piccolo e storicamente piuttosto chiuso, ma la situazione sta cambiando”, afferma il consulente. “Gli ostacoli all’insediamento di gruppi stranieri sono piuttosto di natura culturale, poiché il consumatore elvetico è tradizionalmente molto legato ai propri marchi”. Ma il calo del potere d’acquisto negli ultimi anni, con in particolare l’aumento degli affitti e dei premi della cassa malati, genera una maggiore sensibilità al prezzo e, a maggior ragione, “un cambiamento nelle abitudini di consumo”, spiega. Anche lo sviluppo del commercio online, che rende più facile il confronto dei prezzi, incoraggia la ricerca del prezzo giusto. “Il discount Action sta cavalcando questa tendenza, che sembra abbastanza duratura, consentendo al proprio modello di riscuotere successi a livello internazionale, compreso in Svizzera”, conclude il professionista.

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