Esportazioni in netto calo in gennaio, dopo il record di dicembre

Dopo il record di dicembre le esportazioni svizzere hanno subito un netto calo in gennaio, in particolare verso gli Stati Uniti e la Cina.
(Keystone-ATS) Il totale valore dei beni venduti all’estero è sceso del 6,9% rispetto al mese prima, quando erano salite del 9,3%. In contrazione risultano anche le importazioni, diminuite del 6,8%.
Le variazioni indicate sono nominali: in termini reali (cioè corrette dell’effetto dei prezzi) si sono attestate rispettivamente a -3,9% (export) e -1,9% (import), emerge dai dati pubblicati oggi dall’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC). Hanno preso la via dell’estero merci per 22,7 miliardi di franchi, mentre in direzione opposta i movimenti ammontano a 18,7 miliardi: il periodo in rassegna si chiude con un’eccedenza di 4,0 miliardi.
Nel confronto con dicembre i principali settori dell’export hanno avuto un andamento non unitario. Il ramo di gran lunga più importante, la chimica-farmaceutica, segna (a livello nominale) -12,5% (a 12,5 miliardi di franchi); seguono le macchine e l’elettronica (+1,8% a 2,6 miliardi), l’orologeria (+2,7% a 2,2 miliardi) e gli strumenti di precisione (-0,4% a 1,5 miliardi).
A livello geografico il continente più interessante per i prodotti elvetici rimane l’Europa (-0,6% a 13,7 miliardi), con un contributo importante fornito da Germania (-0,7% a 3,7 miliardi), Italia (+29,9% a 2,3 miliardi), Slovenia (-35,1% a 1,6 miliardi) e Francia (+11,7% a 1,2 miliardi). In forte flessione è il Nord America (-17,9% a 4,5 miliardi): gli Stati Uniti, malgrado il calo (-17,7% a 4,2 miliardi), mantengono comunque il primato di maggiore importatore di merci dalla Confederazione, una posizione in passato spesso disputata con la Germania. Fa un piccolo passo indietro pure l’Asia (-0,3% a 4,7 miliardi), sulla scia del forte arretramento della Cina (-30,0% a 1,0 miliardi).
Anche sul fronte delle importazioni il settore più importante rimane quello chimico-farmaceutico (-19,5% a 6,1 miliardi), seguito da macchine ed elettronica (-2,1% a 2,7 miliardi), veicoli (-5,0% a 1,6 miliardi), metalli (+5,7% a 1,3 miliardi) e alimentari (+4,4% a 1,2 miliardi). Riguardo alle regioni, sono in flessione sia l’Europa (-3,7% a 13,7 miliardi) che l’Asia (-8,6% a 3,6 miliardi), come pure – in misura minore – il Nord America (-0,5% a 1,3 miliardi).