Eredità digitale di una persona cara può creare difficoltà
(Keystone-ATS) In caso di decesso di una persona cara, rimane la sua eredità digitale. Senza istruzioni precise, gli eredi si trovano spesso in difficoltà di fronte a questo intimo patrimonio virtuale.
La Fondazione per la valutazione delle scelte tecnologiche (TA-SWISS) ha fatto oggi il punto della situazione.
Sempre più servizi si affidano alle tecnologie digitali per promettere assistenza e supporto alle persone alla fine della vita o oltre. TA-SWISS ha analizzato le offerte esistenti e conclude che, a seconda di come vengono utilizzati, questi servizi avranno una grande influenza sulla pianificazione individuale, sul lutto e sul ricordo del defunto.
Se quest’ultimo non lascia istruzioni, gli eredi si trovano spesso in difficoltà di fronte a una massa intima di dati digitali, che si tratti di social media come Facebook e Instagram, di servizi di messaggeria come WhatsApp o di abbonamenti online. Le possibilità offerte da Internet, dai social network e dall’intelligenza artificiale stanno stravolgendo i consueti rituali del lutto.
Secondo lo studio, tutti i soggetti coinvolti, dai fornitori di software agli assistenti e agli accompagnatori professionali nel processo di lutto, sono protagonisti nell’uso di queste nuove tecnologie. Dovrebbero tenere conto dei desideri e delle esigenze del defunto e dei suoi cari.
Necessari adeguamenti giuridici
Secondo lo studio intitolato “La morte nell’era digitale”, presentato oggi ai media a Berna, sono necessarie rigorose norme tecniche, legali ed etiche. Si tratta inoltre di sensibilizzare la popolazione, i fornitori di servizi e le imprese di pompe funebri. Prima di poter utilizzare i testamenti digitali, saranno ancora necessari degli adeguamenti legali.
Lo studio fornisce una panoramica dei servizi nati intorno all’eredità immateriale dei dati. Esplora le opportunità e i rischi che la digitalizzazione apre in caso di morte e di lutto.
I fornitori di servizi digitali devono prestare la massima attenzione per garantire che l’autodeterminazione degli utenti e i diritti delle persone in lutto siano sempre tutelati.
Offerte di breve durata
Esistono quindi due diversi tipi di servizi per la gestione dei dati dei defunti. Quelli che si occupano della cosiddetta “tecnologia della morte” si rivolgono principalmente a coloro che vogliono prendere accordi in caso di decesso e garantire ai propri cari un facile accesso ai loro account online dopo la morte.
È una sfida mantenere al sicuro i dati personali sensibili, pur consentendo a persone selezionate di accedervi. Molte nuove offerte tecnologiche per la morte e il lutto hanno vita breve e scompaiono dal mercato dopo pochi anni o diventano inattive. Questo aumenta il rischio di ripetere l’esperienza della perdita (“seconda perdita”) se le persone in lutto restano prive dei dati dei loro cari deceduti.
Elaborare il lutto con gli avatar
Secondo lo studio, invece, i servizi del settore sono rivolti a parenti e amici per aiutarli a elaborare il lutto. Offrono piattaforme su cui è possibile allestire memoriali virtuali. Utilizzano anche i dati del defunto per sviluppare avatar (i cosiddetti “deathbot”) con i quali le persone in lutto possono rimanere in dialogo.
L’immagine creata virtualmente di una persona deceduta non gode della stessa protezione della personalità dell’originale vivente. Ciononostante, esiste il dovere etico di trattare con cura i dati del defunto. Sarebbe quindi opportuno garantire alla sfera privata dei defunti un certo grado di protezione legale.
Pianificazione successoria digitale
Infine, ma non per questo meno importante, lo studio formula delle raccomandazioni. Ad esempio, la popolazione dovrebbe essere sensibilizzata alla pianificazione successoria digitale. Un’adeguata formazione dovrebbe consentire ai professionisti delle pompe funebri e dell’assistenza al lutto di riconoscere i rischi.
È inoltre necessario creare condizioni legali che consentano a tutti di avere il controllo su ciò che accade ai propri dati personali dopo la morte. Deve essere garantito anche il diritto alla cancellazione dei dati.