Economist scettico su effetti concreti riconoscimento Palestina

Il riconoscimento formale dello Stato palestinese all'Onu annunciato per settembre da Paesi come la Francia e il Regno Unito, seguiti dal Canada, non è destinato di per sé ad avere un'efficacia "concreta".
(Keystone-ATS) Lo sostiene oggi in un approfondimento il settimanale britannico Economist, voce tradizionale dell’establishment liberale occidentale, ricordando come vi siano già oltre 140 Stati che lo hanno fatto in passato senza cambiare lo scenario: tanto più che gli Usa continuano a “sostenere Israele”.
L’Economist accredita il rischio che la reazione negativa del presidente Donald Trump, e la conferma del suo sostanziale appoggio allo stesso governo di estrema destra di Benyamin Netanyahu, possa indurre il premier israeliano addirittura a intensificare l’escalation nella Striscia di Gaza (e in Cisgiordania); mentre paventa che il riconoscimento a priori possa sottrarre agli europei una leva da usare verso i palestinesi (e contro Hamas) nel momento in cui un processo di pace dovesse mai riprendere.
Il settimanale non manca di riconoscere peraltro il valore politico dell’iniziativa evocata da Parigi e Londra che – in quanto membri permanenti del Consiglio di sicurezza, oltre che del G7 e della Nato – sembrano in grado di trascinare dietro di loro altre nazioni, come dimostra il Canada. E di creare “un effetto domino” diplomatico complessivo sul posizionamento dell’Occidente e di vari alleati chiave di Washington rispetto alla questione palestinese: indebolendo almeno simbolicamente un certo allineamento automatico a Israele.