Economia svizzera rallenta, Pil terzo trimestre +0,2%
L'economia svizzera rallenta: nel terzo trimestre il prodotto interno lordo (Pil) al netto degli eventi sportivi è salito dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti, a fronte del +0,4% osservato nel secondo trimestre.
(Keystone-ATS) L’espansione economica è stata sostenuta da alcuni comparti del settore dei servizi, dalle costruzioni e dai consumi, mentre sono invece calati l’export e l’attività nell’industria manifatturiera, ha indicato oggi la Segreteria di Stato dell’economia (Seco). Il dato conferma peraltro una prima stima pubblicata due settimane or sono. Gli economisti della Confederazione parlano anche di una crescita “al di sotto della media”. Nel primo trimestre la progressione si era attestata allo 0,1%.
Come detto i dati sono spurgati dai grandi eventi sportivi, che hanno un impatto importante perché in Svizzera hanno sede diverse ricchissime federazioni internazionali: in base agli indicatori grezzi, cioè se non si tiene conto di questa correzioni, il Pil è salito dello 0,4% nel terzo trimestre, contro il +0,6% dei periodo aprile-giugno e il +0,3% dei primi tre mesi del 2024.
Nel periodo oggi in rassegna spicca il balzo indietro dell’industria manifatturiera (-1,1%): il dato generale è stato sostenuto dal comparto-chimico farmaceutico (+0,2%), mentre gli altri segmenti subiscono una flessione. In flessione risultano pure la finanza e le assicurazioni (-1,1%), come pure il ramo dell’alloggio e della ristorazione (-1,0%). Avanzano per contro il commercio (+1,4%), le costruzioni (+0,8%), la sanità e il sociale (+0,5%), come pure l’amministrazione pubblica (+0,5%).
Quello appena indicato è lo sguardo sul Pil dal lato della produzione. Se la stessa realtà viene osservata dalla parte opposta, quella della spesa, notevole appare l’arretramento delle esportazioni di beni (-4,1%). In calo sono anche le importazioni (-1,7%) e gli investimenti in beni di equipaggiamento (-1,3%). Salgono le esportazioni di servizi (+0,9%) e gli investimenti in costruzioni (+0,9%), come pure i consumi delle famiglie (+0,5%) e delle amministrazioni pubbliche (+0,5%).
Interessanti sono anche le variazioni su base annua: in tal ambito il Pil del terzo trimestre risulta in progressione dell’1,3%, valore che sale al 2,0% se non viene corretto dagli eventi sportivi. Rimanendo in questa prospettiva, balzano all’occhio il +3,8% del ramo sanitario e sociale, nonché il +2,1% delle costruzioni; ad avere il segno meno sono solo il commercio (-0,4%) e la finanza (-0,7%). Passando sul lato della spesa e restando nel confronto annuo, possono perlomeno essere citati i consumi delle famiglie (+1,9%) e le esportazioni di beni (-2,1%).
Quando si affronta il tema del prodotto interno lordo vanno infine ricordati sempre due aspetti. In primo luogo l’indicatore misura il valore delle merci e dei servizi, non il benessere: un incidente stradale alza notevolmente il Pil, la coltivazione del proprio orto ha un effetto quasi nullo. Secondariamente il Pil misura l’espansione dell’economia nel suo insieme, non pro capite: e come noto la Confederazione sta crescendo fortemente in termini di popolazione a causa della sempre robusta immigrazione.