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Economia svizzera in crescita moderata, Pil +0,5% primo trimestre

Keystone-SDA

(Keystone-ATS) L’economia svizzera è cresciuta moderatamente nel primo trimestre: il prodotto interno lordo (Pil) è salito dello 0,5% rispetto ai tre mesi precedenti, a fronte del +0,3% registrato sia nel quarto che nel terzo trimestre del 2023.

Gli impulsi sono arrivati soprattutto dai servizi e dai consumi privati, mentre il settore industriale ristagna, ha indicato oggi la Segreteria di stato dell’economia (Seco). Correggendo i dati spurgandoli dagli eventi sportivi – che hanno un impatto importante perché in Svizzera hanno sede diverse ricchissime federazioni internazionali – l’andamento del Pil rimane uguale nel terzo e nel quarto trimestre del 2023, mentre cambia quello dei primi tre mesi del 2024, che scende al +0,3%.

Concentrandosi sul periodo gennaio-marzo di quest’anno, spicca l’arretramento dell’industria manifatturiera (-0,2%), mentre le costruzioni segnano una crescita (+0,3%). Sul fronte dei servizi dinamismo è stato mostrato dal commercio (+1,3%) e dal comportato dell’alloggio e della ristorazione (+1,3%). In sensibile espansione è anche il settore sociale e sanitario (+0,8%), mentre inferiore alla media è l’incremento d’attività nel segmenti della finanza e delle assicurazioni (+0,2%) nonché nell’amministrazione pubblica (+0,2%).

Quello appena indicato è lo sguardo sul Pil dal lato della produzione. Se la stessa realtà viene osservata dalla parte opposta, quella della spesa, spicca la crescita delle esportazioni di servizi (+2,7%, ma +1,0% se si correggono i dati per gli eventi sportivi), nonché quella dell’importazione di beni (+2,3%) e di servizi (+1,7%, +1,5% dopo la correzione). Al contrario, arretra sensibilmente l’export di beni (-3,3%).

Interessanti sono anche le variazioni su base annua: in tal ambito il Pil del primo trimestre risulta in progressione dello 0,6%, valore che scendo allo 0,4% se viene corretto dagli eventi sportivi. Rimanendo in questa prospettiva, balzano all’occhio il +9,0% di alloggio e ristorazione, nonché il +3,9% del ramo sanitario e sociale, mentre sul fronte opposto va segnalato il -4,0% dell’industria manifatturiera. Passando sul lato della spesa e rimanendo nel confronto annuo, possono perlomeno essere citati i consumi delle famiglie (+1,5%), le esportazioni di beni (+3,8%) e le importazioni di beni (-3,1%).

In un’ottica più generale va rilevato come sul prodotto interno lordo il dibattito fra gli economisti rimanga sempre acceso. Il fatto che ad esempio un incidente stradale contribuisca notevolmente all’aumento del Pil mentre lo faccia pochissimo la coltivazione del proprio orto o il volontariato fa sorgere dei dubbi sull’effettiva capacità di questo parametro di descrivere la prosperità, il benessere o il progresso di una nazione. I vari indicatori alternativi proposti non hanno però mai attecchito. Un altro problema – particolarmente acuto in Svizzera – è rappresentato dal fatto che il Pil misura l’espansione dell’economia nel suo insieme, non pro capite: e come noto la Confederazione sta crescendo fortemente in termini di abitanti a causa della sempre robusta immigrazione.

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