Disoccupazione sale al 2,8% in agosto in Svizzera

Disoccupazione in lieve aumento in Svizzera: in agosto il tasso dei senza lavoro si è attestato al 2,8%, a fronte del 2,7% registrato in luglio, giugno e in maggio. Sull'arco di dodici mesi si registra un incremento di 0,4 punti percentuali.
(Keystone-ATS) Stando ai dati diffusi oggi dalla Segreteria di Stato dell’economia (Seco) alla fine dell’ottavo mese dell’anno il numero dei disoccupati iscritti agli uffici regionali di collocamento (URC) è salito a 132’100 (cifre assolute arrotondate al centinaio, per facilità di lettura), cioè 3000 in più di luglio e 20’800 in più di un anno prima. A titolo di confronto, nel momento più critico della pandemia (gennaio 2021) erano stati registrati quasi 170’000 senza lavoro, con un tasso al 3,7%.
Va sottolineato come i dati sulla disoccupazione non tengano conto di coloro che hanno esaurito il diritto a ricevere le prestazioni e che ad esempio vivono di risparmi o si trovano a beneficio dell’assistenza. Gli indicatori si basano inoltre sulle persone effettivamente iscritte all’URC: la definizione di disoccupato è quindi diversa da quella dell’Ufficio internazionale del lavoro (ILO), che opera attraverso sondaggi. Stando all’ILO la disoccupazione in Svizzera nel secondo trimestre (ultimo dato disponibile) era al 4,6%.
Tornando alle valutazioni odierne della Seco, in Ticino in agosto il tasso di disoccupazione si è attestato al 2,6% (+0,1 punti rispetto a luglio, +0,2 su base annua), nei Grigioni all’1,0% (-0,1 +0,2). In termini assoluti, da Airolo a Chiasso si contano 4300 disoccupati (+100 mensile, +300 annuo), mentre nel cantone con capoluogo Coira la cifra è di 1100 (stabile e +300). Il Ticino è al 11esimo posto fra i più toccati dal problema, mentre i Grigioni sono al quarto rango nella graduatoria dei meno colpiti.
Tornando all’ambito nazionale, dai dati pubblicati dalla Seco emerge anche che fra i giovani (15-24 anni) la disoccupazione è al 3,2%, fra i 25-49enni al 3,1% e fra gli over 50 anni al 2,5%. I disoccupati di lunga durata (cioè quelli iscritti agli URC da oltre un anno) erano 18’500, il 2,9% in più di luglio e il 36,5% in più di dodici mesi prima, fra cui 8200 ultracinquantenni.
Leggendo i dati in base alla nazionalità, gli svizzeri presentano una quota di senza lavoro del 2,0% (+0,1 mensile e +0,3 annuo), gli stranieri del 4,8% (+0,1 e +0,8). Per regione di provenienza, i tassi più elevati si osservano per gli ucraini (24,7%; il dato va però considerato con cautela, secondo la Seco, perché per motivi metodologici non rispecchia più la realtà attuale), seguiti dagli africani (8,8%), che la Seco considera nel loro insieme, dai bulgari (7,4%) e dai rumeni (6,7%). L’Ue è al 4,2%. Riguardo ai principali paesi confinanti, la Francia è al 6,1%, l’Italia al 4,1% e la Germania al 3,1%.
Complessivamente, fa sapere ancora la Seco, le persone in cerca d’impiego registrate nel mese scorso erano 209’100, lo 0,2% in meno di luglio. Tale cifra comprende, oltre ai disoccupati iscritti, i lavoratori che frequentano corsi di riconversione o di perfezionamento, che seguono programmi occupazionali o che conseguono un guadagno intermedio. Il numero dei posti vacanti annunciati presso gli uffici di collocamento era pari a 37’900 (-1900 mensile, +1600 annuo).
I funzionari di Berna hanno pubblicato anche i dati relativi al lavoro ridotto per il mese di maggio (ultimo dato disponibile), che risulta ancora relativamente poco diffuso: ha infatti colpito 12’100 persone. Intanto in giugno 2500 persone hanno esaurito il diritto alle prestazioni dell’assicurazione contro la disoccupazione.