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Design svizzero e italiano: due mondi paralleli a confronto

Cosa accomuna e cosa differenzia il design italiano da quello svizzero? Per scoprirlo siamo andati a visitare una mostra organizzata all'ADI Design Museum di Milano.

Svizzera e Italia idealmente divise… dal Cervino: così sono visti i due Paesi al Museo del Design.

Geograficamente vicini ma allo stesso tempo distanti per economia, storia, cultura, tecnica, arte e (appunto) rapporti con il design. Analogie e differenze sono proprio il tema centrale della mostra Testa e Croce: le convergenze parallele del design svizzero e italiano.

Patrocinata dall’Ambasciata Svizzera e dalla Swiss Chamber, Camera di Commercio Svizzera in Italia, la mostra ha la curatela generale e la direzione creativa del grande architetto e designer Italo Rota, che per l’occasione ha scelto di esporre centinaia di oggetti di uso (italiano o svizzero) frutto del design nazionale.

Nella cultura materiale e visiva italiana i protagonisti sono spesso designer e aziende e il prodotto è frutto di una ricerca culturale in continua metamorfosi e in continuo sviluppo, che produce valore espressivo ma anche qualità sociale: i grandi nomi del design degli ultimi cento anni, i grandi classici dell’arredo, oggetti inconsueti e sorprendenti, la grafica d’autore, il rapporto internazionale delle aziende con progettisti di tutto il mondo coinvolgente un panorama vasto di relazioni prima che di immagini.

Nei prodotti dell’ingegno svizzero, trasformati dall’uso in modelli standard, lo stile è in rapporto non con l’estetica, ma con una concezione etica del produrre, legato a materiali duraturi tipici del paese – legno e alluminio – e a strumenti esatti: grafica pubblicitaria, oggetti anonimi che acquistano il valore di simboli, Max Bill, Sigfried Giedion, il coltellino Victorinox, gli orologi, il Toblerone, le matite Caran d’Ache, il carattere Helvetica compongono un panorama attorno all’idea di qualità atemporale. “Una messa a confronto di due identità”, spiega il curatore Italo Rota, che abbiamo incontrato alla mostra milanese, aperta sino al 5 febbraio 2023, “per scoprire due mondi paralleli dove pescare idee, oggetti per costruire i nuovi interni e per equipaggiare i nostri zaini; nel prossimo futuro probabilmente saremo un po’ meno italiani e un po’ meno svizzeri ma gli oggetti ci riveleranno sempre le loro origini lontane e misteriose”.

Una mostra da non perdere dunque, per ritrovare o riscoprire molte radici culturali di qua e di là del confine, come racconta nella video intervista lo stesso Italo Rota.


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