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“Dazi Usa resteranno, dollaro diminuirà di valore”

Keystone-SDA

I dazi americani sono arrivati per restare, mentre il dollaro continuerà a diminuire di valore: sono due delle principali tendenze che influenzeranno gli investimenti nei prossimi dieci anni, secondo uno studio della banca Pictet di cui riferisce oggi Le Temps.

(Keystone-ATS) Stando agli analisti della banca privata ginevrina i titoli tecnologici americani non saranno più la principale fonte di rendimento azionario per gli investitori al di fuori degli Stati Uniti, mentre l’Europa offrirà opportunità più interessanti rispetto al passato. E l’allocazione monetaria diventerà determinante nelle scelte di investimento.

“Gli Stati Uniti stanno ridefinendo le loro relazioni con i paesi che li hanno finanziati per un quarto di secolo, ovvero le nazioni che producono ciò che l’economia americana non produce più e che investono i loro dollari nel debito americano”, riassume Alexandre Tavazzi, responsabile della ricerca per Pictet Wealth Management, in dichiarazioni riportate dal quotidiano.

In pratica per ridurre il loro deficit commerciale gli Stati Uniti vogliono importare meno, imponendo tariffe doganali sui prodotti stranieri. Ciò significa che, meccanicamente, il resto del mondo avrà meno dollari da reinvestire in titoli del Tesoro per finanziare il deficit americano. “Quindi l’amministrazione ha bisogno di generare entrate attraverso i dazi per finanziare il proprio debito”, riassume l’interlocutore. È una condizione indispensabile affinché funzioni la sua grande riforma fiscale che prevede una riduzione della tassazione delle imprese.

“L’altro elemento essenziale consiste nell’assicurarsi che i costi di finanziamento del debito non aumentino eccessivamente, il che spiega la volontà del presidente Donald Trump di assumere il controllo della Federal Reserve, o addirittura di spingere il Tesoro americano ad acquistare nuovamente titoli di stato”, spiega l’economista ginevrino.

Pictet ha quindi corretto al ribasso le previsioni sulla crescita Usa nel prossimo decennio, aumentando quelle per la zona euro. Di conseguenza la banca ha anche completamente rivisto le sue allocazioni strategiche, riportando l’elemento monetario al centro della sua riflessione. “Tra qualche anno un investitore europeo potrà forse ringraziare Trump, perché il presidente americano ha smosso le acque in Europa, facendo sì che la Germania decidesse di investire 500 miliardi di euro nelle proprie infrastrutture e rinunciasse al proprio freno all’indebitamento”, osserva Tavazzi.

Gli effetti concreti di questa decisione politica saranno visibili nelle statistiche a partire dal quarto trimestre del 2025, ma il campo di investimento potenziale nell’area dell’euro si sta già ampliando. E le performance delle azioni di imprese europee esposte al loro mercato interno sono già nettamente superiori a quelle delle società americane esposte alla loro economia domestica.

Anche gli investitori svizzeri dovrebbero beneficiare di queste tendenze. Secondo Pictet l’euro non dovrebbe subire un calo massiccio rispetto al franco: quindi investire nel credito alle imprese europee, in euro, potrebbe essere interessante. Questo avverrebbe oltre all’esposizione al settore immobiliare e alle società svizzere che effettuano riacquisti di azioni o che versano dividendi elevati.

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