Dazi americani? PS vuole puntare su Ue, per UDC sarebbe stupido

I partiti svizzeri sono unanimi nel criticare i dazi del 39% imposti dal presidente americano Donald Trump, ma sono divisi sulle soluzioni per far fronte alla situazione.
(Keystone-ATS) C’è chi punta a rafforzamento della competitività della imprese e chi a una collaborazione più stretta con l’Unione europea. I Verdi auspicano che si rinunci ad acquistare gli F-35 americani
Il fatto che le tariffe statunitensi siano così alte per la Svizzera è la conseguenza “dell’atteggiamento irresponsabile e arrogante del centro-sinistra”, ha indicato stamani l’UDC, interpellata da Keystone-Ats. Il partito cita il ministro della difesa Martin Pfister, che ha chiesto che solo il 10% degli armamenti provenga dagli Stati Uniti, e il co-presidente del PS Cédric Wermuth, che in qualità di alto esponente di un partito di governo ha insultato il presidente degli Stati Uniti con l’espressione “Fuck you Mr Trump”.
L’UDC chiede al governo di ridurre “in modo massiccio” l’onere per l’economia, con tagli alle imposte e ai regolamenti. Secondo i democentristi allinearsi all’Ue e alla sua “mostruosa burocrazia” sarebbe invece “la cosa più stupida che la Svizzera potrebbe fare”. Il paese dovrebbe invece proseguire sulla strada degli accordi di libero scambio.
A sinistra, il Partito socialista ritiene che l’annuncio dei dazi statunitensi dimostri ancora una volta che la Confederazione non deve isolarsi sulla scena internazionale: la cooperazione con l’Unione europea è più importante che mai, viene affermato. Secondo il consigliere nazionale Eric Nussbaumer (BL) forse ora ci si rende davvero conto di quello che ha davvero un effetto stabilizzante sul commercio estero della Svizzera.
Il PLR parla di “una catastrofe e un attacco diretto alla prosperità” del paese. La politica doganale di Trump rappresenta una rottura con l’affidabilità, il libero scambio e i valori liberali. Secondo il partito il Consiglio federale deve adottare misure “rapide e determinate” per sostenere la competitività delle aziende elvetiche e attenuare i danni economici.
Il consigliere nazionale ed ex presidente del partito di Centro Gerhard Pfister (ZG) scrive su X che l’unica opzione rimane l’impegno per una cooperazione con altri paesi basata su valori e legittimata democraticamente. La consigliera agli stati Andrea Gmür (Centro/LU) rivolgendosi all’UDC si chiede se non sia giunto il momento di concludere nuovi accordi con l’Ue, i “partner più vicini, autentici e affidabili”.
Per Lisa Mazzone, presidente dei Verdi, inginocchiarsi davanti al presidente americano sarebbe “decisamente sbagliato”: a suo avviso ora è necessaria una stretta collaborazione con l’Ue. Le aziende tecnologiche statunitensi dovrebbero essere tassate e la Svizzera dovrebbe annullare l’acquisto dei velivoli F-35 dagli Stati Uniti. Mazzone ha anche chiesto di cancellare il pacchetto di risparmi federali per attutire l’impatto dei dazi.
Secondo Jürg Grossen, presidente dei Verdi Liberali e consigliere nazionale bernese, Trump sta giocando al gatto e al topo con la Svizzera. È urgente tornare al tavolo dei negoziati.