Il LAC, Lugano Arte e Cultura, presenta all’Istituto Svizzero di Roma la sua terza stagione di attività. Durante l'incontro a Villa Maraini, il direttore Michel Gagnon e i direttori artistici Carmelo Rifici e Etienne Reymond hanno illustrato il programma che esordirà con la mostra "Sulle vie dell’illuminazione. Il mito dell’India nella cultura occidentale 1808-2017". L’evento culturale permeerà il LAC per tutto l’autunno.
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La caratteristica trasversalità del centro, uno spazio unico dove interagiscono, contaminandosi, arti visive, sceniche e musica, offrirà un percorso nella cultura indiana, attraverso la sua magia di suoni e tradizioni. Un’icona culturale, quella dell’India, che ha esercitato nei secoli, un particolare ascendente sull’Occidente. Il LAC ospiterà alcuni dei più grandi artisti indiani. Dalla ballerina Shantala Shivalingappa, che vanta esperienze con Pina Bausch e Maurice Béjart, all’artista pluripremiato Aakash Odedra. La danza classica tradizionale indiana, si accosterà alle più interessanti forme di danza contemporanea. Per la musica tradizionale si esibirà Nishat Khan, definito “il più elegante suonatore di sitar della nuova generazione”.
Ponte tra la Svizzera e l’Italia
Nel corso dell’incontro all’Istituto Svizzero si è sottolineata l’importanza dei rapporti del LAC con l’Italia. I solidi legami maturati con le istituzioni culturali della penisola. Si è affrontato il tema della centralità che il LAC si prefigge di ottenere, offrendosi di fare da ponte tra le culture a nord delle Alpi e quelle mediterranee. Non è mancato uno sguardo ai due anni di attività trascorsi, un bilancio che può considerarsi positivo per molti aspetti. Il LAC si profila come polo di riferimento per molte tra le maggiori realtà artistiche e culturali internazionali. La qualità acustica e strutturale del LAC, è un’attrattiva per artisti di maggiore spessore del panorama mondiale.
Oltre ad ospitare spettacoli di prosa dai teatri italiani, il LAC ha creato un proprio centro di produzione artistica, l’unico centro svizzero in lingua italiana. Un progetto nato dal rapporto con l’Italia e che ha favorito molte coproduzioni, inserendo Lugano ed il Ticino nel panorama produttivo, favorendo lo sviluppo di professionalità non presenti nel territorio. Mestieri che per poterli fare bisognava lasciare il Ticino.
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