Cuba dichiara epidemia di dengue, chikungunya e oropouche
Il presidente cubano Miguel Díaz-Canel ha definito "epidemia" il forte aumento dei casi di dengue, chikungunya e oropouche sull'isola, ordinando di affrontare la crisi sanitaria con la stessa strategia adottata durante la pandemia di Covid-19.
(Keystone-ATS) È la prima volta che il governo cubano riconosce ufficialmente una situazione epidemiologica di tale portata, dopo mesi in cui parlava soltanto di “sindrome febbrile aspecifica”.
Secondo il quotidiano del Partito Comunista cubano Granma, i casi di chikungunya hanno raggiunto quota 21’681, con contagi in 14 delle 15 province del Paese. Le aree più colpite sono Matanzas, L’Avana, Artemisa, Cienfuegos, Villa Clara e Camagüey. I dati sul dengue e sull’oropouche non sono aggiornati, ma l’ultimo bollettino segnalava circa 2’360 infezioni e tre decessi.
Díaz-Canel ha annunciato riunioni settimanali con esperti del ministero della salute pubblica e delle istituzioni scientifiche per monitorare l’evoluzione dei contagi. Tuttavia, i servizi sanitari, già debilitati, risultano sovraccarichi e privi di test diagnostici adeguati, mentre molti cittadini evitano gli ospedali per mancanza di farmaci.
La crisi sanitaria si inserisce in un contesto economico drammatico, segnato da blackout, scarsità d’acqua e carburante. La riduzione delle fumigazioni e la mancata raccolta dei rifiuti hanno favorito la proliferazione delle zanzare vettori, aggravando un’epidemia che ha già spinto vari Paesi, tra cui Spagna e Stati Uniti, a emettere allerte sanitarie per i viaggiatori diretti a Cuba.