Cuba, il governo ammette un’epidemia di dengue e chikungunya
Dopo settimane in cui era stato minimizzato il problema, il governo di Cuba ha ammesso almeno 13.000 casi di febbre possibilmente legati a contagio dei virus dengue, chikungunya e oropouche.
(Keystone-ATS) Lo ha dichiarato la viceministro della Salute Pubblica, Carilda Peña, alla televisione di Stato parlando di “un aumento in tutte le aree del Paese” delle tre malattie che si trasmettono attraverso la puntura di insetti.
Secondo dati del governo almeno sette persone versano in condizioni critiche mentre non è stato fornito il numero totale di persone infette né sono state informate vittime.
Si tratta della prima volta che le autorità sanitarie del governo castrista riconoscono una diffusione estesa dei tre arbovirus nonostante le numerose segnalazioni e le denunce che da settimane arrivavano dalla popolazione principalmente attraverso i social.
Peña ha affermato che le autorità sono “pronte a fornire assistenza” e che verrà avviata prossimamente una estesa campagna di fumigazione nelle zone più colpite – principalmente nel distretto di Matanzas – ma l’intervento viene considerato già tardivo da numerose organizzazioni vicine alla dissidenza che denunciano la “ridotta capacità di affrontare le epidemie e controllare la riproduzione delle zanzare con montagne di rifiuti e liquidi che permangono nelle strade per settimane”.
L’Osservatorio cubano per i diritti umani (Ocdh), ong con sede a Madrid, ritiene che il governo continui a minimizzare “l’allarmante crisi della salute” dell’isola e ha chiesto alle autorità di dichiarare l’emergenza sanitaria.