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CSt: Schengen/Dublino, no pubblicazione proposta su referendum

Keystone-SDA

No alla pubblicazione di una proposta del Dipartimento federale di giustizia e polizia, risalente al 2004, che chiedeva l'assoggettamento dell'accordo Schengen/Dublino al referendum obbligatorio per i trattati internazionali.

(Keystone-ATS) Nel quadro di una sessione straordinaria, il Consiglio degli Stati ha bocciato oggi – con 26 voti contro 12 e 1 astenuto – una mozione del “senatore” Pirmin Schwander (UDC/SZ) che incaricava il Consiglio federale di pubblicare due allegati alla proposta.

Facendo riferimento a una seduta del Consiglio federale risalente al 7 giugno 2004 – nella quale il Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) guidato allora da Christoph Blocher (UDC/ZH) proponeva di assoggettare l’intesa Schengen/Dublino al referendum obbligatorio – l’autore della mozione ha tentato di convincere il plenum a sostenere il suo atto parlamentare e la pubblicazione dei due allegati.

La maggioranza della Camera dei cantoni non ha però seguito la raccomandazione del democentrista svittese. Allineandosi al parere del Governo, i “senatori” hanno ribadito che “il processo decisionale del Consiglio federale non è pubblico”. Inoltre, “i documenti relativi alla procedura di corapporto sono di principio soggetti al segreto d’ufficio fino alla scadenza del termine di protezione di 30 anni previsto dalla legge sull’archiviazione”. Pertanto la proposta all’allora esecutivo e i due documenti, citati nella mozione, “non possono essere pubblicati”.

La maggioranza del plenum ha seguito in toto il parere del Governo, per il quale “a tutela del principio collegiale e per evitare che quanto richiesto dalla mozione costituisca un precedente (…) non è possibile dare seguito alla mozione”.

Non è la prima volta che un parlamentare UDC se la prende con gli accordi Schengen/Dublino – non sottoposti a suo tempo al referendum obbligatorio – che hanno, a parere democentrista, creato parecchie difficoltà ai Cantoni, senza contare gli adattamenti automatici della legislazione europea senza che il popolo abbia nulla di dire. Insomma, per Schwander, l’attuale situazione deve cambiare.

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