CSt vuole un servizio nazionale degli indirizzi
(Keystone-ATS) L’istituzione di un servizio nazionale degli indirizzi risponde a un reale bisogno e contribuirà a semplificare le procedure amministrative.
Lo ha ribadito oggi il Consiglio degli Stati che, con 31 voti contro 11, si è rifiutato di rinviare il progetto al Consiglio federale, come aveva fatto in febbraio il Nazionale. Il dossier ritorna ora alla Camera del popolo.
I “senatori” hanno deciso di portare avanti il progetto, che prevede un registro nazionale, e non solo cantonale o comunale, degli indirizzi della popolazione residente. Il Consiglio nazionale aveva invece ritenuto che questo servizio ponesse un problema fondamentale di costituzionalità.
Gli esperti di diritto costituzionale e i Cantoni hanno dimostrato come il progetto sia conforme alla Costituzione, ha dichiarato Mathias Zopfi (Verdi/GL), a nome della commissione. A suo avviso, le ambiguità rimanenti possono essere risolte con piccoli emendamenti. È inoltre importante seguire la volontà dei Cantoni, che vogliono attuare il progetto in tempi brevi per procedere con la digitalizzazione dell’amministrazione.
Cantoni o Confederazione?
Una minoranza, guidata da Pirmin Schwander (UDC/SZ), voleva rimandare il progetto al governo. Secondo il democentrista svittese, i Cantoni dovrebbero mantenere il controllo. E non ha senso affrettare i tempi, ha sostenuto invano.
Se il progetto venisse rinviato, l’introduzione del registro nazionale verrebbe ritardata di diversi anni, ha dichiarato dal canto suo, la ministra dell’interno Elisabeth Baume-Schneider. Una soluzione cantonale sarebbe certamente possibile, ma al momento non c’è alcuna indicazione che tutti i cantoni vi partecipino.
Il Consiglio nazionale tornerà quindi ad occuparsi del dossier. Se la Camera del popolo si atterrà alla sua decisione, il rinvio al Consiglio federale avrà comunque effetto.