La televisione svizzera per l’Italia

CSt: quasi 30 miliardi per l’esercito fra il 2025 e il 2028

Keystone-SDA

(Keystone-ATS) L’Esercito svizzero deve ricevere al più presto maggiori risorse. Lo ha stabilito oggi il Consiglio degli Stati approvando un aumento del tetto di spesa di 4 miliardi di franchi, a 29,8 miliardi, per il periodo 2025-2028.

Questa decisione, avversata dal Consiglio federale per ragioni finanziarie, è caduta dopo che la Camera dei Cantoni aveva bocciato in precedenza una mozione del Centro e della sinistra che chiedeva di istituire un fondo ad hoc da 15 miliardi per l’esercito e l’Ucraina non sottoposto al freno all’indebitamento.

Seppur contrari alla mozione, diversi oratori avevano affermato nel corso delle discussioni che i mezzi per la truppa si potevano accrescere nel rispetto del freno all’indebitamento (eventualmente tagliando in altre voci di spesa, come l’aiuto allo sviluppo).

Un’occasione di cui ha approfittato subito il plenum durante l’esame del messaggio 2024 sull’esercito e il limite di spesa per l’armata per il periodo 2025-2028. L’obiettivo è raggiungere l’1% del PIL entro il 2030. Per motivi finanziari, nel dicembre scorso, durante il dibattito sul preventivo 2024 della Confederazione, il parlamento aveva deciso di posticipare tale scadenza al 2035.

In precedenza, per quanto attiene al messaggio 2024 sull’esercito, il plenum ha aggiunto un credito d’impegno di 660 milioni contro il parere della sinistra e del Consiglio federale. Il progetto di legge ammonta a 4,9 miliardi, di cui 490 milioni per gli armamenti.

Circa l’aggiunta approvata dalla camera dei cantoni, a nome della commissione Andrea Gmür-Schönenberger (Centro/LU) ha affermato che si tratta di mezzi in grado di difendere il paese da droni armati la cui acquisizione era prevista per il 2025, ma che va anticipata. A parere della “senatrice”, in questo settore va colmata al più presto una lacuna. La Confederazione deve essere in grado di agire rapidamente, piazzando ordini in tempi brevi in modo da assicurarsi una posizione favorevole nelle liste d’attesa.

A nulla sono serviti gli inviti a procrastinare tale acquisto. “Si tratta di un acquisto importante, ma prima si dovrebbe risolvere la questione del finanziamento”, ha sostenuto Mathias Zopfi (Verdi/GL), tanto più che il risparmio di tempo sarebbe minimo. L’ordine potrebbe essere effettuato quando saranno disponibili le risorse, ha fatto notare invano la “ministra” della difesa Viola Amherd.

Si aumenti il limite di spesa…

Non paghi di aver rimpinguato di 660 milioni il messaggio 2024 sull’esercito, il plenum ha poi innalzato il limite di spesa di ben 4 miliardi. Alla luce della situazione tesa della sicurezza in Europa, “le capacità di difesa del nostro Paese devono essere rafforzate rapidamente”, ha dichiarato Gmür-Schönenberger. Dobbiamo prepararci allo scenario peggiore, come raccomandato dai servizi di intelligence di tutto il mondo, ha messo in guardia la “senatrice” lucernese.

“L’obiettivo è raggiungere l’1% del PIL svizzero entro il 2030”, ha aggiunto Werner Salzmann (UDC/BE). L’esercito non può difendere il Paese se aspettiamo fino al 2035, come chiede il Consiglio federale, ha specificato il consigliere agli stati democentrista. “Tutti i Paesi intorno a noi stanno aumentando le spese militari e la NATO raccomanda il 2% del PIL”, ha aggiunto il “senatore” bernese.

Il Consiglio federale era contrario a questo incremento visto lo stato delle finanze federali. Anche la sinistra ha tentato invano di opporsi, invitando alla moderazione. Decidiamo di innalzare i mezzi per l’esercito senza sapere come “come compenseremo altrove questi importi, se nell’agricoltura, i trasporti regionali o la cooperazione internazionale”, ha criticato Zopfi.

…a scapito della cooperazione internazionale

Un quesito al quale ha risposto il plenum approvando – 24 voti a 18 e 3 astenuti grazie a PLR, UDC e una parte del Centro – una proposta di Benjamin Mühlemann (PLR/GL) che chiede di compensare i 4 miliardi supplementari per il 50% con decurtazioni nella cooperazione internazionale e il resto in seno al Dipartimento della Difesa. Per il Glaronese si tratta di compromesso accettabile, anche se a sinistra si è gridato allo scandalo.

Per Carlo Sommaruga (PS/GE) simili decisioni rischiano di danneggiare la politica estera e l’immagine della Svizzera. Una riduzione dell’aiuto allo sviluppo di 2 miliardi sarebbe indecente, a parere del “senatore” ginevrino, secondo cui non bisogna considerare solo la sicurezza ma anche la reputazione del Paese. Anche il Consiglio federale si è opposto al compromesso, venendo però battuto al voto.

Il dossier passa al Consiglio nazionale.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR