CSt: imposizione individuale, “sì” a iniziativa popolare e legge

Nuovo passo avanti in vista dell'introduzione dell'imposizione individuale dei coniugi in Svizzera.
(Keystone-ATS) Dopo il Nazionale lo scorso maggio, oggi anche il Consiglio degli Stati ha deciso – con 23 voti a 22 e con il voto decisivo del presidente della camera Andrea Caroni (PLR/AR) – di raccomandare il “sì” all’iniziativa popolare in materia delle Donne PLR.
Il testo, denominato “Per un’imposizione individuale a prescindere dallo stato civile (Iniziativa per imposte eque)”, chiede esplicitamente il passaggio alla tassazione individuale per tutti. Attualmente, nella Confederazione la tassazione individuale viene applicata alle persone sole e alle coppie non sposate. Quelle sposate e quelle dello stesso sesso che vivono in un’unione registrata sono invece tassate congiuntamente. I loro redditi, deplorano le iniziativiste, vengono dunque sommati e si paga quindi un importo più elevato.
Anche se giunto di strettissima misura, il “sì” odierno dai “senatori” non costituisce una vera e propria sorpresa, visto che in maggio avevano già approvato il principio del passaggio dell’imposizione individuale adottando – con 23 voti contro 21 – il controprogetto all’iniziativa delle Donne PLR. L’obiettivo è sempre quello: porre fine alla discriminazione fiscale delle coppie sposate, denunciata dal Tribunale federale quarant’anni fa.
Tale controprogetto è stato anch’esso discusso oggi dal Consiglio degli Stati. Il principio del passaggio all’imposizione individuale era già stato approvato da entrambe le camere nelle scorse sedute e oggi i “senatori” hanno eliminante tutte le divergenze ancora in sospeso.
Tre erano ancora i punti controversi: il primo riguardava la possibilità, introdotta dagli stessi “senatori” in prima lettura ma osteggiata dal Nazionale, di trasferire le deduzioni per figli. Diversi parlamentari hanno sostenuto come la proposta sarebbe in contraddizione col principio stesso di imposizione individuale, anche perché creerebbe interdipendenza tra le dichiarazioni fiscali dei coniugi.
Anche per quel che concerne il coefficiente d’imposta, i “senatori” si sono allineati al Nazionale. In prima lettura la Camera del popolo aveva approvato la proposta del Consiglio federale, che avrebbe causato minori introiti per circa un miliardo di franchi all’anno (poi ricalcolati in 800 milioni per tenere conto della cosiddetta “progressione a freddo”).
Gli Stati, un po’ a sorpresa, avevano da parte loro adottato una soluzione che prevedeva una progressione più rapida dell’aliquota d’imposta, per diminuire le perdite fiscali. Queste sarebbero ammontate a 500 milioni. In maggio il Nazionale, a mo’ di compromesso, ha proposto un nuovo calcolo, che limita le minori entrate in circa 600 milioni di franchi. Proposta oggi fatta sua anche dagli Stati.
Il terzo punto di disaccordo riguardava disposizioni procedurali concernenti il diritto reciproco dei coniugi di esaminare gli atti e di fare ricorso. Anche qui gli Stati si sono allineati al Nazionale. In tutti e tre i casi le divergenze sono state appianate con 23 voti a 22 e con il voto decisivo del presidente della camera Andrea Caroni (PLR/AR).
L’intero dossier è ora pronto per le votazioni finali, il cui esito è tutto fuorché scontato.