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Crisi col Venezuela, nuovi sbarchi di truppe USA a Porto Rico

Keystone-SDA

Continuano gli sbarchi di truppe americane a Porto Rico, nell'ambito del più intenso dispiegamento che gli Stati Uniti abbiano realizzato nei Caraibi in oltre tre decenni.

(Keystone-ATS) Come osservato dai media sul campo, anche questo fine settimana personale ed equipaggiamento militare sono stati trasferiti da una nave da guerra americana a strutture logistiche situate vicino al porto di Ponce, in preparazione del successivo trasferimento a Camp Santiago, epicentro delle esercitazioni previste per i prossimi giorni.

Questa operazione fa parte dello schieramento annunciato da Washington ad agosto, che è stato ampliato negli ultimi mesi nell’ambito della strategia per esercitare pressione sul Venezuela e combattere le reti del narcotraffico nella regione.

Secondo i dati del Dipartimento della difesa americano, l’operazione coinvolge la portaerei USS Gerald R. Ford, sei cacciatorpedinieri, tre navi d’assalto anfibie, un incrociatore lanciamissili, un sottomarino nucleare e un dispiegamento aereo che include velivoli da pattugliamento marittimo P-8A Poseidon, bombardieri B-52H Stratofortress, droni MQ-9 Reaper ed elicotteri, oltre a unità delle forze speciali. Il contingente totale supera i 7’000 soldati schierati in varie località dei Caraibi.

Venezuela arruola migliaia di soldati

Al contempo Il governo del presidente de facto del Venezuela, Nicolás Maduro, ha arruolato 5’600 nuovi soldati nell’ambito di una strategia di rafforzamento militare in risposta a quelle che le autorità definiscono “minacce” provenienti dagli Stati Uniti.

La cerimonia di arruolamento si è svolta a Fort Tiuna, il più grande complesso militare del paese, a Caracas. Gli ufficiali incaricati della cerimonia hanno descritto le nuove reclute come “combattenti rivoluzionari e socialisti”, oltre che “profondamente chavisti, addestrati secondo il metodo tattico della resistenza rivoluzionaria”.

Ieri, in maniera velata, Maduro ha nuovamente escluso i negoziati con gli Stati Uniti, esortando invece le forze di polizia a prepararsi al combattimento “nei mesi e negli anni a venire” e raccomandando loro di studiare e praticare “tutte le forme di lotta armata”.

Durante un discorso rivolto agli allievi che si preparavano ad arruolarsi nella Polizia nazionale bolivariana, in una cerimonia svoltasi alla periferia di Caracas, ha affermato che ogni forza di polizia in Venezuela deve preparare un “piano offensivo permanente” in risposta al dispiegamento militare statunitense nel Mar dei Caraibi.

Caracas vede questa presenza come un tentativo di cambiamento di regime, mentre Washington afferma che il suo obiettivo primario è la lotta al narcotraffico.

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