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Crimini a Gaza: 1200 medici chiedono a Consiglio federale di agire

Keystone-SDA

Sono finora oltre 1200 i medici che hanno firmato un manifesto Médecins du Monde (MdM) Svizzera che chiede al Consiglio federale di "intraprendere azioni concrete" per garantire il rispetto del diritto internazionale umanitario nella Striscia di Gaza.

(Keystone-ATS) L’organizzazione rileva che “la violenza contro i civili e le strutture mediche ha raggiunto livelli senza precedenti”.

Dall’inizio del conflitto, 430 operatori umanitari e 1400 sanitari professionisti sono stati uccisi a Gaza, ricorda oggi Médecins du Monde Svizzera. Le “massicce operazioni militari” dell’esercito israeliano hanno provocato la distruzione di ospedali e di decine di centri sanitari, oltre a un assedio totale che impedisce l’accesso all’acqua, al cibo e all’assistenza sanitaria.

I ripetuti attacchi a ospedali, cliniche e ambulanze – 686 quelli registrati fino ad oggi – stanno rendendo impossibile la continuità delle cure, continua l’ong in una nota. Anche gli operatori sanitari vengono presi di mira e arrestati arbitrariamente, secondo MdM che evoca la cifra di 384 detenuti arbitrariamente da ottobre, di cui quattro morti in carcere.

Gravi violazioni delle Convenzioni di Ginevra

I firmatari denunciano gravi violazioni del diritto umanitario internazionale e in particolare delle Convenzioni di Ginevra. Esprimono la loro indignazione per l’impossibilità di esercitare la loro professione e ricordano che il diritto alla salute è un diritto umano fondamentale, inalienabile anche in tempo di guerra.

Chiedono al Consiglio federale di “adottare misure immediate e concrete per prevenire le conseguenze di una carestia e garantire l’accesso all’assistenza sanitaria per i civili, sapendo che anche se l’assedio venisse tolto, la cura e la riabilitazione delle persone affamate richiederebbe mesi”.

Esortano infine il Consiglio federale a “utilizzare con urgenza tutti i mezzi diplomatici e politici per ottenere un cessate il fuoco incondizionato, permanente e duraturo e, infine, una soluzione politica”. Il manifesto sarà consegnato alle autorità elvetiche nel corso del mese di giugno.

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