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Crescita svizzera rimarrà moderata, dice Economiesuisse

Keystone-SDA

(Keystone-ATS) Malgrado la debolezza della domanda internazionale l’economia svizzera prosegue in una fase di crescita moderata e peraltro inferiore al suo potenziale.

È l’analisi di Economiesuisse, che per il 2024 si aspetta una progressione del prodotto interno lordo (Pil) dell’1,1%, un dato che accelererà leggermente all’1,7% nei dodici mesi successivi.

In una conferenza stampa odierna a Zurigo l’associazione che rappresenta le imprese elvetiche conferma quindi la stima per l’anno in corso diffusa sei mesi or sono, mentre avanza un primo pronostico per il 2025. A livello di inflazione è atteso un incremento dei prezzi rispettivamente dell’1,7% (2024) e dell’1,4% (2025).

L’economia globale cresce solo in maniera moderata, rilevano gli esperti dell’organismo. Le incertezze geopolitiche, la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina nonché i conflitti militari in Ucraina e in Medio Oriente rendono impossibile un percorso di espansione solido e duraturo. La congiuntura si sta indebolendo soprattutto in Europa, ma anche il Giappone arranca. La Cina cresce, però meno che in passato. Negli Usa invece l’attività economica è sorprendentemente robusta, ma l’inflazione non sta tornando all’obiettivo del 2%.

La situazione interna della Svizzera risulta più stabile. Essa beneficia del fatto che il rincaro è già rientrato nei parametri obiettivo della Banca nazionale svizzera (BNS), nonché di tassi d’interesse moderati e di un basso livello di disoccupazione. I consumi privati e pubblici sostengono l’economia e il settore dell’edilizia è a malapena in crescita, ma i risanamenti energetici e gli investimenti in tecnologie edilizie garantiscono un elevato utilizzo della capacità produttiva delle ditte.

I rami che hanno registrato i risultati migliori nel 2024 prevedono un andamento positivo anche per l’anno prossimo. L’industria farmaceutica e dei prodotti medicinali continuerà a sfuggire alle avversità congiunturali nella maggior parte dei casi, mentre le banche e le assicurazioni registreranno una crescita stabile sia quest’anno e che nel 2025.

Intanto i settori che sono stati o sono più duramente colpiti dalla debolezza della domanda internazionale prevedono generalmente un certo recupero nei prossimi mesi e guardano con fiducia all’anno prossimo: la domanda di orologi in Cina dovrebbe tornare a crescere, dopo un difficile primo trimestre del 2024, e anche nel settore industriale la situazione degli ordini si sta stabilizzando.

I consumi privati continuano a sostenere la congiuntura: dopo il calo dei salari reali degli ultimi due anni, quest’anno gli stipendi nominali aumenteranno più rapidamente dell’inflazione. E anche l’immigrazione continua a stimolare i consumi. Le prospettive occupazionali rimangono complessivamente buone: sono più le imprese che vogliono espandere l’organico di quelle che intendono ridurlo, in un contesto di persistente carenza di manodopera. Economiesuisse prevede che il tasso di disoccupazione rimarrà basso, nel 2024 al 2,3% e l’anno prossimo al 2,5%.

Quali i rischi per le imprese? Il 20% dei partecipanti a un sondaggio promosso dall’organizzazione cita le tensioni geopolitiche e il 19% la debolezza della domanda; al terzo posto, con il 9%, si situano la regolamentazione nonché i prezzi dell’energia e delle materie prime, seguiti da carenza di manodopera (7%), mercato dei cambi (6%) e inflazione (5%).

Economiesuisse è un’entità che comprende 100 associazioni di categoria, 20 camere di commercio cantonali, nonché diverse aziende individuali. Afferma di rappresentare 100’000 imprese di ogni dimensione, che hanno un organico complessivo di 2 milioni di dipendenti in Svizzera, e si prefigge l’obiettivo di costruire ponti tra ambienti economici, politica e società. È nata nel settembre 2000 a Losanna dalla fusione tra l’Unione svizzera del commercio e dell’industria (USCI), nota anche come Vorort, e la Società per il promovimento dell’economia svizzera (PROEC). L’associazione ha sede a Zurigo e dispone anche di uffici a Ginevra, Berna, Lugano e Bruxelles.

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