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Corea del Sud: corte annulla arresti per il presidente Yoon

Keystone-SDA

Un tribunale ha accettato la richiesta di annullamento degli arresti avanzata dal presidente sudcoreano sotto impeachment Yoon Suk-yeol per la sua breve imposizione della legge marziale del 3 dicembre. Per ora resta incarcerato in quanto la procura potrebbe ricorrere.

(Keystone-ATS) Gli avvocati del presidente, sospeso dalle sue funzioni a causa del procedimento di impeachment ormai alle battute finali, avevano presentato la richiesta di annullamento dell’arresto a febbraio alla Corte distrettuale centrale di Seul, sostenendo che la detenzione era illegale perché la pubblica accusa aveva atteso troppo a lungo per incriminarlo, riferisce l’agenzia di stampa Yonhap.

“È ragionevole concludere che l’atto di accusa sia stato presentato dopo la scadenza del periodo di detenzione dell’imputato – ha precisato un documento della Corte distrettuale centrale di Seul -. Per garantire la chiarezza procedurale ed eliminare ogni dubbio sulla legalità investigativa, sarebbe opportuno emettere una decisione di annullamento della detenzione.”

Il presidente sudcoreano è ancora detenuto malgrado la Corte abbia annullato il provvedimento restrittivo. Il problema è che la procura potrebbe presentare appello in base alla diversa interpretazione del calcolo di scadenza dei termini per le incriminazioni formali. “L’imputato sarà rilasciato solo se il pubblico ministero rinuncia al diritto di appello o non presenta ricorso entro il periodo prescritto”, ha affermato Seok Dong-hyeon, uno dei legali di Yoon.

La procura ha sostenuto che l’incriminazione di Yoon era avvenuta nel rispetto del codice di procedura penale, nei termini di legge in base al conteggio in giorni, non in minuti e ore, come sostenuto dal team di legali di Yoon.

Yoon, ex potente procuratore nazionale, ha gettato la Corea del Sud nel caos a dicembre con la sua breve e maldestra dichiarazione di legge marziale, inviando anche i soldati a presidiare il parlamento. È sotto processo per insurrezione (e abuso di potere), un reato non coperto dall’immunità presidenziale.

Il 64enne ha resistito all’arresto per due settimane in un teso braccio di ferro tra il suo team di sicurezza e gli investigatori nella sua residenza ufficiale a Seul, ma è stato alla fine preso in custodia il 15 gennaio e trattenuto in un centro di detenzione a Uiwang, a sud di Seul.

Il presidente saprà a breve l’esito della procedura di impeachment presso la Corte costituzionale per la dichiarazione di legge marziale del 3 dicembre scorso, che determinerà la sua rimozione definitiva dall’incarico presidenziale o il suo reintegro nel pieno delle sue funzioni. Le udienze si sono concluse la scorsa settimana, con gli otto giudici della corte pronti a riunirsi a porte chiuse per decidere il destino di Yoon.

Un verdetto è previsto per metà marzo e la Corea del Sud dovrà tenere nuove elezioni presidenziali entro 60 giorni in caso di rimozione definitiva di Yoon, i cui avvocati hanno qualificato la legge marziale come uno strumento amministrativo per allertare il paese “sui pericoli della dittatura legislativa” da parte dell’opposizione. Pur al potere, il People Power Party del presidente non ha il controllo del parlamento.

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