Corea del Sud/Australia: provvedimenti contro DeepSeek

I ministeri della difesa e del commercio sudcoreani hanno comunicato il blocco dell'accesso di DeepSeek ai computer di lavoro.
(Keystone-ATS) Il provvedimento fa seguito a una richiesta all’ente di controllo dei dati di Seul a carico dell’azienda cinese di intelligenza artificiale (IA) su come gestisce le informazioni degli utenti.
Dal canto suo il dipartimento australiano dell’interno ha chiesto ai propri gestori dell’infrastruttura critica di mantenere fuori dei loro sistemi l’app cinese, dopo che vari servizi segreti hanno avvertito che l’applicazione mobile poneva un “rischio inaccettabile” alla sicurezza nazionale.
Con il termine infrastruttura critica si intende un sistema, una risorsa, un processo, la cui distruzione, interruzione o anche parziale o momentanea indisponibilità ha l’effetto di indebolire in maniera significativa l’efficienza e il funzionamento normale di un paese, ma anche la sicurezza e il sistema economico finanziario e sociale, compresi gli apparati della pubblica amministrazione centrale e locale.
La Corea del Sud, insieme ad altri paesi come Francia e Italia, hanno posto questioni sulle pratiche dei dati dell’impresa mandarina, inviando una richiesta di chiarimenti su come l’azienda gestisce le informazioni degli utenti. Il ministero della difesa di Seul ha dichiarato di aver bloccato DeepSeek per i computer militari connessi a internet, mentre il ministero del commercio ha limitato l’accesso in via temporanea per la mancanza di risposte avute dalla società di Hangzhou.
DeepSeek, che ha lanciato il suo chatbot R1 a gennaio, ha sostenuto di poter competere con le capacità dei colossi tecnologici statunitensi del settore con investimenti contenuti.
La scorsa settimana l’Italia ha avviato un’indagine sul modello R1, impedendone la capacità di elaborazione dei dati degli utenti italiani.
Anche l’Australia ha appena deciso il bando di DeepSeek da tutti i dispositivi governativi su consiglio delle agenzie di sicurezza. Il portavoce per gli interni dell’opposizione conservatrice, James Paterson, ha detto che l’app costituisce un rischio per i loro sistemi e chiede di proibirne l’uso fuori delle rete governativa.
Secondo l’esperto di sicurezza informatica Justin Bassi, dell’Australian Strategic Policy Institute (un istituto di ricerca su difesa e politica strategica con sede a Canberra), “i nostri servizi segreti hanno verificato che il governo cinese e i suoi associati sono in cerca di vulnerabilità in queste reti, in vista di potenziali futuri sabotaggi”.
Le entità del governo federale hanno ricevuto l’istruzione di rimuovere DeepSeek dai loro sistemi e di prevenire futuri accessi all’applicazione. “Vi sono buone ragioni di preoccuparsi delle app cinesi, che non riguardano altri paesi”.
Le entità del governo federale hanno ricevuto l’istruzione di rimuovere DeepSeek dai loro computer, prevenire futuri accessi alla app, e riportare l’avvenuta osservanza alle autorità. A tutti gli australiani è raccomandato di “assicurarsi di essere bene informati su come i loro dati possono essere usati in linea e i passi da prendere per comprendere la propria presenza in rete e proteggere la propria sfera privata”.