Cop30: Svizzera si impegna per obiettivi climatici ambiziosi
Nonostante il delicato contesto geopolitico, la Confederazione è ottimista in merito all'imminente 30esima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Cop30) in Brasile, che apre i battenti il 10 novembre.
(Keystone-ATS) “Il fatto che così tanti paesi collaborino nonostante tutte le difficoltà è già un successo”, ha dichiarato l’ambasciatore svizzero dell’ambiente e capo della divisione affari internazionali Felix Wertli a Keystone-ATS.
Dieci anni fa, la comunità internazionale ha raggiunto a Parigi un accordo sui cambiamenti climatici. Tra dieci giorni, i rappresentanti di quasi 200 Stati torneranno a riunirsi, questa volta a Belém (Brasile), per negoziare nuovamente l’attuazione e l’evoluzione di tale intesa.
La Svizzera si impegnerà affinché tutti i paesi presentino nuovi obiettivi di riduzione ambiziosi delle emissioni di gas a effetto serra, in particolare quelli che attualmente sono responsabili della liberazione nell’atmosfera di grandi quantità di CO2, ha detto Wertli.
L’accordo di Parigi impegna quasi tutti gli Stati del mondo ad adottare misure volte a limitare il riscaldamento globale ben al di sotto dei due gradi centigradi, se possibile, a 1,5 gradi rispetto all’era preindustriale. Per raggiungere questo obiettivo, i paesi devono rafforzare i propri obiettivi nazionali ogni cinque anni.
Obiettivi climatici aggiornati
Questi obiettivi aggiornati saranno al centro dei negoziati di quest’anno. “Si tratta per i paesi di fare il punto su ciò che hanno realizzato finora nell’ambito dell’accordo di Parigi e di identificare gli sforzi necessari per colmare il divario rispetto all’obiettivo di 1,5 gradi centigradi”, ha spiegato l’ambasciatore.
La Svizzera ha presentato i suoi nuovi obiettivi a gennaio. Entro il 2035 prevede di ridurre le emissioni di gas ad effetto serra di almeno il 65% rispetto al 1990 e del 59% in media nel periodo 2031-2035. Questi obiettivi devono essere raggiunti principalmente attraverso misure nazionali.
Secondo Wertli, la delegazione svizzera si impegnerà anche a rafforzare gli investimenti internazionali nella protezione del clima e a coinvolgere maggiormente il settore privato. Uno dei temi centrali delle discussioni a Belém sarà anche l’adattamento ai cambiamenti climatici. I paesi desiderano introdurre indicatori comparabili a livello internazionale per misurare i progressi in questo campo.
Tra progressi e urgenza di agire
“In molti paesi, il clima non è più una priorità così rilevante come alcuni anni fa”, ha ammesso Wertli. “È una grande sfida”. Tuttavia, da quando gli Stati Uniti si sono ritirati dall’accordo di Parigi all’inizio del secondo mandato presidenziale di Donald Trump, nessun altro paese ha seguito il loro esempio: un segnale incoraggiante, secondo l’ambasciatore del clima.
“Attualmente non siamo sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo di 1,5 gradi centigradi”, ha ammesso. “Ma negli ultimi dieci anni sono stati compiuti progressi significativi. Nel 2015 eravamo in rotta per un riscaldamento di quattro gradi; oggi siamo tra i 2,3 e i 2,8 gradi”, ha aggiunto.
Anche il capo del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni Albert Rösti parteciperà alla Cop30: prenderà parte a una riunione dei ministri dell’ambiente prevista durante la seconda settimana della conferenza.