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Consiglio d’Europa: una grande sfida attende Alain Berset

Keystone-SDA

(Keystone-ATS) Alain Berset, che assumerà la carica di Segretario generale del Consiglio d’Europa il 18 settembre, ha davanti a sé un compito difficile. I suoi sostenitori politici puntano sul suo “soft power” per rafforzare la credibilità dell’organismo.

Il 52enne friburghese succederà a Marija Pejcinovic Buric, che se ne va con un bilancio altalenante al termine di un mandato segnato dalla pandemia di Covid-19 e dalla guerra in Ucraina. Per cinque anni, la croata ha guidato un Consiglio d’Europa che ha fatto fatica ad affermarsi.

“Dopo 75 anni di esistenza, il bilancio non è dei migliori”, spiega il professore di studi europei all’Università di Ginevra, René Schwok. A suo avviso, le attività dell’istituzione sono un doppione di quelle di altre organizzazioni che hanno un peso maggiore.

In definitiva, il Segretariato generale ha “poca influenza”, essendo “indipendente” dalla Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU), l’organo giudiziario del Consiglio. Secondo Schwok, la carica di Segretario generale è quindi essenzialmente amministrativa.

Migliorare l’impatto sui membri

Il compito sarà difficile, ammette il co-presidente del Partito socialista svizzero, Cédric Wermuth. Sostenitore di Alain Berset, Wermuth si è recato a Strasburgo il giorno dell’elezione del suo collega di partito, il 25 giugno scorso. Il ruolo del Consiglio d’Europa si è indebolito negli ultimi anni, proprio quando ne abbiamo davvero bisogno, visto il deterioramento dei valori democratici in Europa, deplora il consigliere nazionale argoviese.

L’Azerbaigian, ad esempio, è stato escluso dall’Assemblea parlamentare a gennaio a causa del peggioramento dei diritti umani e della democrazia nel Paese. Per non parlare dell’esclusione della Russia dal Consiglio nel 2022 a causa della guerra in Ucraina. La Svizzera, invece, è stata recentemente criticata in seguito alla condanna da parte della CEDU per la sua inazione sul cambiamento climatico.

Il compito dell’ex consigliere federale sarà quindi quello di ricostruire la credibilità del Consiglio Europa, ma anche il suo impatto diretto sugli Stati membri. Cédric Wermuth conta sul “soft power” del cittadino di Belfaux (FR) per invertire la tendenza all’interno dell’istituzione.

Alain Berset è una persona che ha una visione e dei valori, ma che sa anche come ottenere le cose in modo pratico, concorda il consigliere nazionale Damien Cottier (PLR/NE), che fa parte dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa. E come ex presidente della Confederazione, ha i contatti necessari per raggiungere i vertici.

Due o tre anni

Cottier, uno dei dodici delegati svizzeri all’Assemblea parlamentare, si aspetta che Alain Berset abbia una presenza più forte in questo organismo rispetto ai suoi predecessori. “Ci sarà un rapporto più diretto e il suo stile si farà sentire molto rapidamente”, assicura.

Uno dei compiti di Berset sarà quello di concentrare le priorità del Consiglio d’Europa sui grandi temi stabiliti dai capi di Stato e di Governo al vertice di Reykjavik del maggio 2023, secondo Cottier, che ritiene che l’organismo abbia ora un nuovo margine di manovra. Per la prima volta in 30 anni, l’anno scorso il suo bilancio è stato aumentato, sottolinea.

“L’ex consigliere federale deve mantenere questo slancio”, afferma Cottier. Un sostegno concreto all’Ucraina e la creazione di un tribunale speciale per giudicare gli alti dignitari russi sono tra i principali progetti su cui Alain Berset dovrà lavorare.

L’entourage politico del futuro Segretario generale prevede che ci vorranno due o tre anni prima che gli effetti della sua politica comincino a farsi sentire. Per quanto riguarda le relazioni della Svizzera con l’UE, gli analisti concordano sul fatto che la presenza di Alain Berset al Consiglio d’Europa non può che essere positiva, anche se non si aspettano cambiamenti concreti.

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