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Commercio al dettaglio: vendite in calo a maggio

Keystone-SDA

(Keystone-ATS) Il giro d’affari del commercio al dettaglio nel mese di maggio 2024, corretto in base all’effetto dei giorni di vendita e dei giorni festivi, è diminuito in termini nominali dello 0,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Tenendo conto del rincaro – ovvero in termini reali – si è invece registrato un aumento dello 0,4%.

A fornire i dati è l’Ufficio federale di statistica (UST), che li ha resi noti oggi. “Al netto delle variazioni stagionali, le cifre d’affari del commercio al dettaglio hanno presentato una stagnazione in termini nominali rispetto ad aprile 2024”, si legge in una nota dell’UST.

Lo scorso mese, il commercio al dettaglio (escluse le attività dei distributori di benzina) ha registrato una riduzione del fatturato pari allo 0,5% in termini nominali (+0,3% in termini reali) rispetto a maggio 2023. In questo frangente pesa soprattutto la categoria “commercio al dettaglio di altri oggetti di uso domestico in esercizi specializzati” (-2,9% in termini nominali, -1,4% considerando il rincaro), mentre il dato più positivo riguarda le vendite di apparecchiature di informazione e comunicazione in esercizi specializzati (+3,7% in termini nominali e +9,6% in termini reali).

Per quanto riguarda quello dei prodotti alimentari, delle bevande e dei tabacchi, il decremento del giro d’affari segnato è dell’1,2% in termini nominali (-1,6% se si tiene conto dell’inflazione). Calo meno significativo, invece, per il comparto non alimentare (0,1% in termini nominali), che si è attestato positivamente se si considerano i termini reali: (+1,4%).

Se si paragonano le cifre di maggio con quelle di aprile (entrambi di quest’anno) si nota che le vendite al dettaglio, escluse quelle dei distributori di benzina, sono stagnate in termini nominali e aumentate dello 0,2% se si considera il rincaro (in termini reali: +0,2). Stessa identica situazione (sia in termini nominali sia reali) se si considerano le vendite nel ramo dei prodotti alimentari, delle bevande e dei tabacchi. Per quanto riguarda il commercio in ambito non alimentare, vi è stata una diminuzione dello 0,1% in termini nominali, da traslare in un aumento dello 0,1% in termini reali.

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