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Spari al comizio a Bogotà, grave il candidato presidente

Keystone-SDA

Si riaffaccia lo spettro della violenza politica connessa con i cartelli della droga in Colombia.

(Keystone-ATS) Il senatore di destra e candidato alle presidenziali del maggio 2026, Miguel Uribe, è rimasto gravemente ferito, e ora lotta tra la vita e la morte, dopo essere stato raggiunto da tre colpi d’arma da fuoco (due alla testa e uno al ginocchio) durante un comizio a Bogotà.

L’attentatore, secondo la polizia, è un ragazzo di 15 anni, che è stato arrestato. Addosso gli è stata rinvenuta una pistola semiautomatica tipo Glock utilizzata nell’attacco.

In un drammatico video pubblicato sui social si vede il politico 39enne che sta parlando quando si sentono numerosi spari. Altre immagini, poi, mostrano l’uomo, ormai privo di sensi e sanguinante, poggiato su un’auto bianca, mentre alcuni collaboratori tentano di prestargli i primi soccorsi. Sottoposto a due complessi interventi chirurgici cerebrovascolari presso la Fondazione Santa Fe, le sue condizioni sono ritenute ancora “critiche”, nonostante le operazioni siano state eseguite con successo. La sua prognosi rimane riservata.

L’episodio è stato condannato con fermezza sia dentro che fuori del Paese sudamericano. Dure le parole del segretario di Stato americano, Marco Rubio, secondo cui il tentato omicidio del candidato conservatore è il “risultato della violenta retorica della sinistra proveniente dai più alti livelli del governo colombiano”. Chiamato in causa, l’attuale presidente progressista, Gustavo Petro, ha condannato “categoricamente ed energicamente l’attentato”, definendolo “un atto di violenza non solo contro l’integrità fisica del senatore, ma contro la democrazia, la libertà di pensiero e l’esercizio legittimo della politica in Colombia”.

Uribe, considerata una delle voci più critiche di Petro, è membro del Centro democratico, il principale partito di destra colombiano. Quest’ultimo è guidato dall’influente Álvaro Uribe, alla guida del Paese tra il 2002 e il 2010 (i due non hanno legami di parentela).

Miguel Uribe appartiene a una prestigiosa famiglia colombiana, già segnata dalle tragedie. Suo nonno, Julio César Turbay, un emigrato di origini libanesi, fu presidente della Repubblica tra il 1978 e il 1982. Mentre sua madre era la nota giornalista Diana Turbay, rapita nel 1990 da un gruppo al soldo del famoso narcotrafficante Pablo Escobar e rimasta uccisa alcuni mesi dopo in un fallito tentativo di salvataggio.

L’attentato contro il senatore riporta alla mente proprio i metodi violenti associati al cartello di Medellín e il suo impiego di minorenni in missioni mortali, soprattutto negli anni ’80 e ’90. Il ministro della Difesa, Pedro Sánchez, ha intanto riferito che il governo offrirà fino a 3 miliardi di pesos (circa 600 mila franchi) per informazioni rilevanti sui mandanti del crimine.

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