CN sostiene il meccanismo di solidarietà dell’UE

La Svizzera parteciperà in linea di massima al meccanismo di solidarietà dell'Ue per la ripartizione dei migranti, ma a determinate condizioni. Dopo gli Stati, oggi anche il Nazionale ha sostenuto il Patto sulla migrazione e l'asilo dell'Ue.
(Keystone-ATS) Dopo il “no” all’entrata in materia nel giugno scorso, oggi la Camera dei popolo – con 101 voti contro 72 e 22 astenuti – ha seguito invece la Camera dei cantoni su questa parte del nuovo Patto sulla migrazione. A votare contro sono stati il gruppo UDC e parte del PLR, mentre parte dei Verdi e del PLR si sono astenuti.
Il Patto mira a frenare l’immigrazione clandestina in Europa e a limitare la migrazione secondaria nello spazio Schengen grazie all’armonizzazione e all’ottimizzazione delle procedure di asilo. Dovrebbe entrare in vigore a metà del 2026.
Il meccanismo di solidarietà – il punto più contestato, ma anche il cuore dell’intero progetto, n.d.r – è obbligatorio per i 27 membri dell’Ue, ma non per la Svizzera. Tale meccanismo si prefigge di alleggerire il carico dei Paesi mediterranei, sottoposti a una forte pressione migratoria. Le modalità di sostegno a questi Stati sono flessibili: accoglienza di persone (rilocalizzazione), contributi finanziari o prestazioni alternative (ad esempio invio di personale specializzato).
Rischio di esclusione
La Svizzera ha tutto l’interesse a migliorare il sistema europeo in materia di asilo, ha affermato il consigliere federale Beat Jans. “Se oggi lo rifiutate, il progetto è finito”. Tutti gli aspetti del patto migratorio presentato sono collegati, compresi quelli obbligatori per la Svizzera e già sostenuti dalle due Camere.
Se il Consiglio nazionale affossasse il meccanismo di solidarietà, la Svizzera rischierebbe l’esclusione dal sistema Schengen/Dublino, ha ribadito il ministro. Alla fine, la maggioranza del plenum l’ha seguito e solo l’UDC ha votato compatta contro l’entrata in materia. In giugno, il PLR si era unito ai democentristi e ad alcuni centristi per respingere questa parte del patto.
Dal canto suo, la sinistra – guidata da Balthasar Glättli (Verdi/ZH) – ha tentato invano di rinviare il progetto al Consiglio federale con il mandato di rivedere la politica d’asilo della Svizzera in senso più umanitario. Come in giugno, parte degli ecologisti si sono poi astenuti nel voto finale.
Condizioni
Il Consiglio nazionale ha poi precisato che la Confederazione adotta misure di solidarietà a condizione che il sistema di Dublino funzioni bene nel complesso nei confronti della Svizzera e che i Paesi importanti per la Svizzera, come l’Italia, rispettino i loro obblighi in materia di ammissione e riammissione dei richiedenti.
I Cantoni dovranno inoltre essere consultati in anticipo. Berna dovrà anche garantire il rispetto dell’articolo 121a, capoverso 2, della Costituzione, inserito nel 2014 a seguito dell’adozione dell’iniziativa dell’UDC contro “l’immigrazione di massa”.
Il dossier torna al Consiglio degli Stati per l’esame di alcune divergenze minori.