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CN: Svizzera tenuta ad applicare mandati d’arresto della CPI

Keystone-SDA

(Keystone-ATS) La Svizzera rispetterà i suoi obblighi internazionali se la Corte penale internazionale (CPI) emetterà mandati di arresto per membri del Governo israeliano e leader di Hamas.

Lo ha chiarito oggi il Consiglio federale in risposta un quesito posto da diversi parlamentari all’Ora delle domande al Nazionale.

“La Svizzera, in quanto membro dello Statuto di Roma che ha istituito la CPI, è in linea di principio obbligata a eseguire i mandati di arresto della Corte”, ha precisato il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) nella sua risposta scritta.

Se la Camera preliminare della CPI dovesse emettere mandati d’arresto, spetterebbe all’Ufficio federale di giustizia decidere sull’ammissibilità e sulle modalità di cooperazione con la CPI. Su richiesta del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP), il Consiglio federale deciderà sulle questioni relative all’immunità, ha aggiunto il DFAE.

Rispettare indipendenza della CPI

Ma per il momento, poiché il procedimento è in corso, il Consiglio federale non si pronuncia sulla richiesta di mandato d’arresto del Procuratore capo della CPI. Occorre attendere la decisione della Camera preliminare. L’indipendenza della Corte deve comunque essere rispettata, aggiunge il DFAE.

Il 20 maggio, la CPI ha richiesto i mandati di arresto per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il suo ministro della Difesa, nonché per tre leader di Hamas, per presunti crimini contro l’umanità. Questa decisione è stata denunciata sia da Israele che da Hamas.

La Svizzera ha sempre difeso l’indipendenza della CPI e continuerà a farlo, ha sottolineato il Governo. Nei loro quesiti i parlamentari di sinistra si chiedevano se Berna effettuerà gli arresti sul territorio svizzero, qualora fosse necessario. Dal canto suo, i democentristi si domandavano se il Consiglio federale non stesse mettendo in discussione il diritto di Israele a difendersi.

La Svizzera riconosce il diritto di Israele a garantire la propria sicurezza, ha dichiarato il DFAE. Ma il diritto internazionale umanitario deve essere rispettato. La CPI giudica le azioni degli individui e non degli Stati, ha aggiunto.

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