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CN: compresse di iodio pagate da centrali nucleari

Keystone-SDA

I gestori delle centrali nucleari dovrebbero essere tenuti per legge ad assumere le spese per la distribuzione delle compresse allo iodio nel raggio di 50 chilometri.

(Keystone-ATS) Ne è convinto il Consiglio nazionale, che oggi – con 125 voti contro 66 – ha adottato la modifica della legge sulla radioprotezione (LRaP) voluta dal Governo. Il dossier passa ora agli Stati.

La modifica legislativa si è resa necessaria in seguito a una sentenza del Tribunale federale. Il principio di causalità sancito nella LRaP è stato infatti precisato in modo che le spese per i provvedimenti di radioprotezione vengano addebitate a chi li rende necessari, ha indicato Simone de Montmollin (PLR/GE) a nome della commissione.

Per quanto riguarda le spese per la distribuzione delle compresse allo iodio, il Consiglio federale ha stabilito che nel raggio di 50 chilometri attorno a un impianto atomico gli esercenti siano tenuti ad accollarsi la totalità dei costi. Oltre questo limite le spese sono assunte per metà dai gestori delle centrali nucleari e per metà da Confederazione, Cantoni e Comuni, ha aggiunto Montmollin.

In aula, solo l’UDC si è opposto al progetto di legge. In particolare, Nicolas Kolly (UDC/FR) ha chiesto di non penalizzare finanziariamente i gestori degli impianti e di non indebolire la competitività dell’industria nucleare, necessaria per garantire la diversificazione energetica. Ha inoltre tentato invano di convincere il plenum a non “stigmatizzare” l’energia nucleare, poiché – a suo avviso – i rischi radioattivi possono sorgere anche in altre situazioni.

Quanto al raggio di 50 km entro il quale gli esercenti devono sostenere l’intero costo della distribuzione delle pastiglie di iodio, l’UDC ha cercato invano di ridurlo a 20 km.

Dal canto suo, la sinistra avrebbe voluto che tutti i costi sostenuti fossero interamente a carico dei gestori, senza alcuna partecipazione delle autorità. Secondo Gabriela Suter (PS/AG), le persone che vivono intorno alle centrali nucleari sopportano già i rischi, quindi è giusto che non debbano sostenere anche i costi. Anche questa proposta non è stata sostenuta dalla maggioranza.

Siti radiologicamente contaminati

Un’altra modifica – non combattuta in aula – prevede che le spese per i provvedimenti di risanamento di siti radiologicamente contaminati siano assunte in primo luogo da chi li rende necessari e in secondo luogo dai detentori dei siti. Questa disposizione si applica ad esempio ai contaminati in seguito all’impiego di pittura luminescente contenente radio nell’industria orologiera. La Confederazione assume le spese soltanto nei casi in cui i responsabili non possano più essere individuati o siano insolventi. Lo stesso vale per lo smaltimento di scorie radioattive.

È stato infine precisato il principio di causalità anche per quanto riguarda le spese di sorveglianza della radioattività in prossimità di centrali nucleari e aziende dell’industria di lavorazione del trizio. Le modifiche prevedono anche nuove basi giuridiche per il trattamento e la comunicazione di dati personali, per esempio quelli che concernono le licenze nel settore della radioprotezione. Sono pure state adeguate le disposizioni penali per fare in modo che si possa rinunciare a una denuncia nei casi in cui il potenziale di rischio radiologico è molto basso.

Come detto, il dossier passa ora alla Camera dei cantoni.

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