Clariant non intende aumentare la sua presenza negli Stati Uniti

Il gigante basilese della chimica Clariant non intende aumentare i suoi investimenti negli Stati Uniti, contrariamente a quanto annunciato da altre grandi aziende renane come Roche e Novartis.
(Keystone-ATS) “Non spenderemo certamente altri soldi in quel campo nel breve termine”, ha indicato oggi il Ceo Conrad Keijzer parlando con i giornalisti in occasione della presentazione dei dati trimestrali della società. Questo perché Clariant lavora da tempo secondo il principio “local for local”, ha spiegato il manager olandese: l’impresa produce localmente circa il 70% dei prodotti che vende negli Stati Uniti e il 90% delle materie prime di cui ha bisogno proviene dal posto.
Fra gennaio e marzo 2025 Clariant ha realizzato un fatturato di 1,0 miliardi di franchi, valore in linea con quello dello stesso periodo dell’anno precedente. L’utile Ebitda (cioè prima di interessi, imposte, svalutazioni e ammortamenti) si è contratto del 12% a 152 milioni: hanno pesato costi di ristrutturazione per 38 milioni. Il dato sui profitti netti non è stato comunicato.
La redditività mostrata dal gruppo si è rivelata migliore di quanto si aspettassero gli analisti e in borsa non è mancato l’effetto positivo: nel pomeriggio l’azione Clariant saliva di oltre il 4%. Dall’inizio di gennaio il titolo è però ancora in calo del 3% e negativa – nella misura rispettivamente del 28% e del 46% – rimane anche la performance sull’arco di uno e cinque anni.
Clariant ha sede a Muttenz (BL), nel cuore della regione che ospita il fulcro dell’industria chimica svizzera. Il gruppo è nato nel 1995 da uno scorporo del comparto specialità chimiche di Sandoz, un anno prima che Ciba e Sandoz si unissero per dare vita a Novartis. All’inizio degli anni 2000 arrivò ad avere in organico circa 31’000 dipendenti, poi seguirono crisi, programmi di ristrutturazione e dismissioni. A fine dicembre 2024 la società dava lavoro a quasi 10’500 persone.