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Cina, Pil terzo trimestre frena a +4,8% con tensioni Usa

Keystone-SDA

La Cina segna nel terzo trimestre un Pil in rialzo del 4,8% annuo, in rallentamento rispetto al +5,2% di aprile-giugno a causa delle tensioni commerciali con gli Usa, con la serie di dazi in parte congelati.

(Keystone-ATS) Nei primi nove mesi dell’anno, in base ai dati diffusi dall’Ufficio nazionale di statistica, l’economia mandarina è cresciuta del 5,2%, mantenendosi in linea con il target dell’intero 2025 di un Pil in aumento “di circa il 5%”.

L’economia cinese cresce al ritmo più lento del 4,8% nel terzo trimestre (+1,1% congiunturale da +1%), al passo inferiore rispetto al 5,2% di aprile-giugno, ma in sostanziale in linea con le attese. Il dato, diffuso dall’Ufficio nazionale di statistica, è il più debole dal terzo trimestre del 2024, mentre la massima leadership comunista – sotto la guida del presidente Xi Jinping – si riunisce oggi per i lavori del quarto Plenum del Comitato centrale che si concluderanno giovedì, avendo in agenda soprattutto la stesura del XV Piano quinquennale 2026-30.

Il Pil dei primi 9 mesi del 2025 si attesta al 5,2%, mettendo la Cina in condizioni di raggiungere l’obiettivo ufficiale di “circa il 5%” per l’intero anno e allentando la pressione sul governo per nuove misure di stimolo nel breve termine. L’economia mandarina continua a viaggiare a due velocità: i consumi e il settore immobiliare come elementi deboli, mentre l’export e il manifatturiero trainano la crescita.

Tuttavia, gli economisti hanno rimarcato la crisi del settore immobiliare e i consumi stagnanti che alimentano le spinte deflazionistiche, limitando il potenziale di crescita della Cina. Il Pil a prezzi correnti, infatti, è cresciuto a un tasso più lento nel terzo trimestre, a +3,7%.

I dati di settembre gettano poi ombre sull’ultimo trimestre dell’anno: i prezzi delle nuove case in 63 delle 70 città monitorate sempre dall’Ufficio nazionale di statistica, sono diminuiti sul mese precedente, rispetto alle 57 di agosto. Le vendite al dettaglio sono salite del 3,0% su base annua, in calo rispetto al 3,4% di agosto e al tasso più basso da novembre scorso. Gli investimenti in asset fissi si sono indeboliti per il sesto mese consecutivo, con un calo dello 0,5% su base annua nel periodo gennaio-settembre, rispetto alla crescita dello 0,5% nei primi otto mesi, mentre la componente immobiliare ha visto un tondo del 13,9%.

La produzione industriale, invece, è balzata del 6,5%, oltre le attese e al passo migliore degli ultimi tre mesi. La crescita delle esportazioni è rimasta solida, con un calo di spedizioni verso gli Stati Uniti compensato da quelle verso altre aree.

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