Chatgate, Trump silura Waltz e lo spedisce all’ONU

Cade la prima testa dell'amministrazione Trump. Il presidente ha atteso il giro di boa dei primi 100 giorni alla Casa Bianca per silurare il primo membro del suo governo: il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz.
(Keystone-ATS) Waltz paga così – oltre al fatto di essere considerato troppo interventista – l’errore di aver creato una chat su Signal per condividere i piani di guerra anti-Houthi, includendo per errore anche il direttore di The Atlantic Jeffrey Goldberg.
Waltz, ex primo berretto verde al Congresso, è però caduto in piedi ed è stato nominato ambasciatore USA all’ONU, anche se ora dovrà affrontare le udienze di conferma al Senato (non necessarie per il suo incarico precedente). Il tycoon, che finora aveva confermato la fiducia a Waltz, ha dato l’annuncio su Truth, cogliendo di sorpresa anche la portavoce del Dipartimento di Stato Tammy Bruce, informata dai giornalisti durante il suo briefing. “Fin dal suo periodo in uniforme sul campo di battaglia, al Congresso e come mio consigliere per la sicurezza nazionale, Mike Waltz ha lavorato duramente per mettere al primo posto gli interessi della nostra nazione. So che farà lo stesso nel suo nuovo ruolo”, ha scritto The Donald pochi giorni dopo la riunione del governo per celebrare gli “storici” 100 giorni.
Era presente anche Waltz, immortalato da una foto Reuters mentre usa ancora Signal sul telefonino, apparentemente con l’elenco delle chat avute con altri membri del gabinetto, tra cui il vicepresidente JD Vance e la direttrice della National Intelligence Tulsi Gabbard. Ai quattro consiglieri per la Sicurezza Nazionale cambiati da Trump nel suo primo mandato (Michael Flynn, H.R. McMaster, John Bolton e Robert O’Brien) tutto sommato era andata peggio. Ora a tremare è il capo del Pentagono Pete Hegseth, pure lui travolto dal chatgate e dall’uso di Signal anche con la moglie, il fratello e l’avvocato personale: un secondo scandalo su cui sta indagando l’ispettore generale del Pentagono.
Nello stesso post, Trump ha annunciato che la carica di Waltz sarà assunta ad interim dal segretario di Stato Marco Rubio, che diventa così la prima persona dai tempi di Henry Kissinger negli anni ’70 a ricoprire contemporaneamente i due ruoli di segretario di Stato. In realtà Rubio supera Kissinger e persino Xi Jinping, che ha solo tre titoli: lui invece ne ha quattro, essendo anche capo ad interim dell’Usaid e degli Archivi Nazionali. “Secretary of everything”, ironizza il New York Times, dipingendolo “come un albero di Natale addobbato con ornamenti scintillanti di ogni forma e dimensione”. Del resto nei giorni scorsi Trump è stato chiaro: “Quando ho un problema, chiamo Marco. E lui lo risolve”. Il capo della diplomazia Usa, uno dei pochi con grande esperienza e competenza alle spalle nell’amministrazione Trump, sta emergendo come una delle figure forti del governo.
L’uscita di Waltz, insieme al suo vice Alex Wong, arriva dopo un mese di caos e purghe nel settore della sicurezza nazionale. Dal primo aprile, almeno 20 membri dello staff del Consiglio per la Sicurezza Nazionale sono stati licenziati, il direttore della National Security Agency è stato destituito e tre alti funzionari politici del Pentagono sono stati allontanati. Un caos che si aggiunge a quello sui dazi, sulle deportazioni, sulle espulsioni degli studenti filo palestinesi, sui tagli ai fondi e al personale federale. Ma Trump vede solo i successi dei suoi primi cento giorni, come si è vantato nel suo discorso per il diploma agli studenti dell’Università dell’Alabama, dove ha rispolverato contro i ceo di Big Tech la stessa espressione volgare usata contro i leader stranieri che implorano un accordo commerciale: “Mi odiavano durante il mio primo mandato. Ma ora, sapete, tutti quanti mi stanno leccando il culo. È incredibile”.