CF: frenare costruzioni fuori zone edificabili
(Keystone-ATS) Il numero complessivo degli edifici fuori dalle zone edificabili potrà crescere al massimo di un punto percentuale rispetto al livello registrato nell’autunno 2023.
È quanto prevede una revisione di ordinanza posta oggi in consultazione dal Consiglio federale fino al 9 ottobre, con l’obiettivo di frenare le nuove costruzioni.
Il governo propone che il numero di edifici e l’intera superficie impermeabilizzata fuori delle zone edificabili non superino il 101 per cento dei valori determinanti al 29 settembre 2023, data in cui le Camere hanno approvato la seconda fase della revisione parziale della legge sulla pianificazione del territorio (LPT2).
In una nota, l’esecutivo afferma di prendere sul serio le richieste formulate nell’Iniziativa per il paesaggio, ritirata dopo che il Parlamento ha adottato la LPT 2 come controprogetto indiretto.
Attualmente, in Svizzera, gli edifici fuori delle zone edificabili sono circa 620’000. Un’ulteriore crescita di un punto percentuale corrisponde quindi a circa 6’200 edifici. In media, ogni anno ne vengono costruiti 500 in queste aree. L’ulteriore crescita ancora ammessa corrisponde quindi a poco più di dieci anni di attività edilizia, puntualizza il Consiglio federale.
Quest’ultimo avanza inoltre un’ulteriore precisazione per quanto riguarda il cosiddetto “approccio territoriale”. Si tratta di zone speciali che il Cantone può definire per portare avanti, ad esempio, lo sviluppo di paesaggi rurali tradizionali, laddove, nel rispetto di severe condizioni, sono possibili cambiamenti di destinazione o nuove costruzioni fuori delle zone edificabili. In questo caso, i volumi delle costruzioni e la superficie totale utilizzata devono essere compensate integralmente; ciò significa che in questa zona devono essere demoliti altri edifici o impianti.
Inoltre, il Consiglio federale riafferma il fatto che nelle zone agricole l’agricoltura e i suoi bisogni hanno la priorità rispetto ad altre utilizzazioni, come ad esempio quella abitativa. Propone deroghe nel diritto ambientale per quanto riguarda gli odori e le immissioni foniche dovuti all’agricoltura. Infine, conferisce ai Cantoni il mandato di migliorare le procedure nel settore dell’esecuzione contro l’edilizia illegale.