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Certificazione firme: prassi dei Comuni unificata, CaF

Keystone-SDA

Da inizio ottobre, le sottoscrizioni relative a iniziative popolari e referendum federali sono convalidate solo se ogni persona indica di proprio pugno, oltre evidentemente alla firma, nome e cognome sugli appositi moduli.

(Keystone-ATS) La Cancelleria federale (CaF) indica di aver precisato il mese scorso ai Comuni la prassi in materia. La fondazione per la democrazia diretta (S D D +/F D D +) e vari comitati denunciano invece la latitante informazione e, perlomeno in un caso, due pesi e due misure.

Le disposizioni giuridiche non sono cambiate, ha indicato oggi per iscritto a Keystone-ATS la CaF. Finora la prassi dei Comuni non era uniforme: alcuni certificavano le sottoscrizioni anche se il firmatario non aveva scritto di proprio pugno il proprio nome e cognome, altri invece no. L’obiettivo è quello di uniformare la prassi e garantire il rispetto delle disposizioni di legge. La Cancelleria federale ha così confermato una notizia riportata oggi dai giornali dell’editore Tamedia.

CaF: Comuni e comitati informati…

La CaF ha precisato che l’attualizzazione della direttiva “non arriva all’improvviso”. Cantoni e Comuni, coinvolti sin dall’inizio del 2025, hanno sostenuto l’approccio della Cancelleria.

Quest’ultima scrive inoltre che, con una lettera del 21 luglio, ha chiesto ai comitati di iniziative e referendum di informare adeguatamente le persone incaricate di raccogliere le firme. A seguito di alcune richieste da parte dei comitati, l’altro ieri la CaF ha inoltre inviato a tutti i comitati una lettera in cui ricorda nuovamente la mutata situazione giuridica.

Ma sulle modalità di informazione i comitati e S D D +/F D D +, che ha per scopo l’incoraggiamento della partecipazione politica della popolazione, non concordano. I quotidiani di Tamedia riferiscono che i comitati sono stati informati solo all’inizio di questa settimana, dopo la loro inchiesta giornalistica sul tema. La Confederazione inoltre non ha segnalato la nuova prassi né tramite comunicato né tramite pubblicazione sul Foglio federale. S D D +/F D D + fa notare che l’annullamento delle sottoscrizioni riguarda sostegni a iniziative e referendum per i quali ad aver apposto nome e cognome sono coniugi, coinquilini o colleghi di lavoro.

… ma messaggio non pervenuto

“Come è possibile che una prassi consolidata da anni venga modificata praticamente dall’oggi al domani e che i comitati promotori delle iniziative popolari attualmente in fase di raccolta firme non vengano informati in modo corretto o preventivo, né tanto meno con periodi di transizione? Per non parlare dell’opinione pubblica?”, chiede, citato da Tages-Anzeiger e fogli fratelli, Dominik Waser, promotore dell’iniziativa “Per derrate alimentari senza organismi geneticamente modificati (Iniziativa per la protezione delle derrate alimentari)”.

“Abbiamo notato che improvvisamente molte più firme sono state dichiarate non valide e abbiamo poi scoperto che la Cancelleria federale aveva cambiato la prassi”, riferisce dal canto suo Linda Rosenkranz, fautrice dell’iniziativa “Sì alla protezione contro pigioni abusive (Iniziativa sulle pigioni)”.

Provvedimento inefficace per firme comprate

L’inasprimento è una conseguenza indiretta della cosiddetta “frode delle firme” emersa poco più di un anno fa. Tuttavia, la CaF con la sua nuova prassi non colpisce firme falsificate da società private dedite alla raccolta di sottoscrizioni.

Rosenkranz afferma che il suo comitato ritiene “fondamentalmente positivo che si intervenga contro le frodi nelle raccolte di firme”, ma sottolinea che i problemi segnalati all’epoca riguardavano pratiche commerciali: “Noi invece raccogliamo firme autonomamente e non acquistiamo nulla. Le persone che ci danno la loro firma vogliono dare un segnale”. Con la nuova pratica non si rispetta la volontà di queste persone. Rosenkranz considera “molto fastidioso il fatto che la Cancelleria federale, con la quale siamo in stretto contatto, non abbia informato né noi né la popolazione (…) di un passo così importante”.

Lisa Mazzone, presidente dei Verdi e membro del comitato dell’iniziativa “Per un approvvigionamento sicuro con le energie rinnovabili (Iniziativa solare)”, pure citata dai giornali dell’editore zurighese, ritiene “inappropriato cambiare le regole del gioco a metà partita”, e aggiunge: “Il vero problema non viene affrontato: le firme acquistate. La nuova prassi colpisce soprattutto coloro che, come i Verdi, non acquistano firme”.

Anche il professore all’università di Zurigo Andreas Glaser, che detiene la “cattedra di diritto costituzionale, amministrativo ed europeo con particolare attenzione alle questioni democratiche”, condivide tutte queste critiche e in particolare il fatto che la CaF “non ha comunicato in modo adeguato il cambiamento di prassi”.

Chiesto almeno periodo transitorio

Dal canto suo, ieri Daniel Graf della S D D +/F D D + in una lettera aperta al cancelliere della Confederazione Viktor Rossi, con copia al Consiglio federale, ha chiesto una “pausa e una regolamentazione transitoria” di almeno un anno. La CaF ritiene che i comitati abbiano già avuto tre mesi di tempo per reagire. A luglio ha effettivamente ricordato ai comitati i requisiti legali, senza tuttavia menzionare un futuro inasprimento delle norme, fa notare Graf.

Poco prima di modificare la propria prassi, la Cancelleria federale ha dichiarato valide le firme raccolte dalla ditta zurighese Sammelplatz, tutte messe assieme da una sola persona, un ticinese, che centinaia di volte ha apposto di suo pugno nome e cognome dei firmatari. La Cancelleria federale scrive di aver trattato queste firme “secondo il principio di proporzionalità e con senso della misura”. “Nel bilanciare la procedura formale e la salvaguardia dei diritti popolari”, ha dato maggiore peso a questi ultimi, si legge nella lettera aperta e in un comunicato odierno della fondazione.

S D D +/F D D +, che fa riferimento a primi controlli a campione in comuni di grosse dimensioni, ha constatato che la nuova prassi rischia di provocare l’invalidazione di una quota di firme compresa tra il 5% e il 15%. Nella sua presa di posizione presso Keystone-ATS, la CaF giudica questa proporzione eccessiva.

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