Canone radio-tivù, no a iniziativa 200 franchi, commissione

"No" all'iniziativa popolare "200 franchi bastano!" (Iniziativa SSR)". Dopo il "niet" del Consiglio nazionale lo scorso giugno, anche gli Stati dovrebbero fare altrettanto.
(Keystone-ATS) La sua Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni (CTT-S) invita infatti il plenum, con 12 voti a 1, a respingere la proposta di modifica costituzionale lanciata da ambienti vicini all’UDC.
La CTT-S si oppone a ulteriori tagli nel finanziamento dei media poiché crede nell’importanza di un’offerta giornalistica diversificata, di qualità e indipendente per la Svizzera, indica una nota odierna dei servizi parlamentari.
L’iniziativa, ricorda il comunicato, intende ridurre il canone radiotelevisivo a carico delle economie domestiche a 200 franchi all’anno ed esentare le imprese dall’obbligo di pagare il canone. La CTT-S rileva che nel suo controprogetto il Consiglio federale prevede di ridurre, a livello di ordinanza, il canone per le economie domestiche a 300 franchi annui e di esentare dall’obbligo di pagare il canone le imprese con un fatturato annuo soggetto a IVA fino a 1,2 milioni franchi.
Alla luce del controprogetto, la CTT-S considera quindi che sono già previste misure di sgravio finanziarie per le famiglie e le PMI, misure che tuttavia costituiscono anche una sfida per la fornitura di un’offerta giornalistica equivalente in tutte le regioni linguistiche.
Oltre a respingere l’iniziativa popolare, la commissione ha anche rigettato, all’unanimità, la mozione di Mauro Poggia (MCG-UDC/GE) che chiedeva di esentare dal canone sordi e ciechi che vivono da soli. Pur sottolineando l’importanza di concentrarsi sull’inclusione, la CTT-S crede che una differenziazione in materia comporterebbe un elevato onere amministrativo che non avrebbe ragion d’essere.