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Camere: Programma di legislatura, Piazza federale e sentenza CEDU

Keystone-SDA

(Keystone-ATS) Seduta accorciata oggi alle Camere federali: i dibattiti saranno infatti interrotti già a mezzogiorno in entrambi i consigli per lasciare spazio alle tradizionali escursioni dei gruppi parlamentari.

Il Consiglio nazionale (dalle 08.00) ha in agenda l’esame delle proposte della conferenza di conciliazione in merito al Programma di legislatura 2023-2027. I punti divergenti tra i due rami del Parlamento sono parecchi.

La conciliazione ha seguito il parere del Consiglio degli Stati in alcuni punti (in particolare non volendo inserire i seguenti aspetti: conclusione entro questa legislatura dei negoziati con l’UE, accelerazione delle procedure di rilascio delle autorizzazioni edilizie, introduzione della tassa sulle transazioni finanziarie per finanziare l’AVS, riesame della concessione per la SSR e soppressione della limitazione delle rendite AVS per i coniugi) e quello del Nazionale in altri (“sì” alla rimozione degli ostacoli di tipo formale e finanziario per garantire il principio della trasparenza dello Stato, all’adozione di una strategia nazionale in materia di formazione continua e all’elaborazione di condizioni quadro per un’esposizione nazionale a partire dal 2030).

La Camera del popolo affronterà anche la mozione depositata dal suo Ufficio che chiede la creazione di una struttura di cooperazione tripartita – tra autorità federali, cantonali e comunali – per gestire l’utilizzo dello spazio pubblico intorno a Palazzo federale (Piazza federale e “Bundesmeile”). L’Ufficio del Nazionale ritiene che la situazione attuale, in cui la Città di Berna può decidere praticamente da sola sull’utilizzo dello spazio pubblico intorno a Palazzo, sia insoddisfacente.

Al Consiglio degli Stati (dalle 08.15) c’è invece attesa per la prevista adozione di una dichiarazione in merito alla recente sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) che condanna la Svizzera per inazione in materia di cambiamenti climatici.

Nel testo della dichiarazione, intitolato “Una protezione efficace dei diritti fondamentali da parte dei tribunali internazionali piuttosto che l’attivismo giudiziario”, la Commissione degli affari giuridici afferma in particolare che la sentenza “oltrepassa i limiti dell’interpretazione dinamica” e che la Corte, così facendo, “travalica i limiti dello sviluppo del diritto concessi a un tribunale internazionale”.

Nel testo si legge anche che Berna “non vede alcuna ragione per dare ulteriore seguito alla sentenza” dato che “gli sforzi precedentemente e attualmente profusi dalla Svizzera in materia di politica climatica soddisfano i requisiti in materia di diritti umani formulati nella sentenza”.

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