Calo delle esportazioni svizzere in luglio
(Keystone-ATS) La Svizzera ha venduto meno beni all’estero nel corso del mese di luglio. Rispetto a giugno, le esportazioni sono infatti calate del 2,7%, con il settore farmaceutico che ha particolarmente influito in negativo. Stabili invece le importazioni (+0,3%).
Secondo le cifre divulgate oggi dall’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC), lo scorso mese le esportazioni sono state pari a 22,5 miliardi di franchi. In termini reali, la diminuzione è stata un po’ meno accentuata (-1,8%), viene precisato in una nota.
Per quel che concerne le importazioni, esse si sono stabilite a 18,4 miliardi. Se in termini nominali si osserva il già citato lieve aumento, quelli reali raccontano di una stagnazione, con un dato praticamente invariato nel paragone con giugno. Globalmente, la bilancia commerciale ha registrato un’eccedenza di 4,1 miliardi, giù dai 4,8 miliardi del mese prima.
Tornando sull’export, il 90% del calo è da ricondurre al ramo più importante, ossia i prodotti chimici e farmaceutici (-557 milioni, -4,3%), scrive l’UDSC. Anche le vendite di metalli (-4,1%) e orologi (-1,5%) hanno subito una flessione per il secondo mese di fila. Per contro, si registrano frecce verso l’alto in settori quali la gioielleria, le derrate alimentari e le macchine e l’elettronica.
Tra i principali mercati, solo lo smercio verso il Nord America ha messo a segno un incremento (+1,7%). Riguardo all’Europa, il principale partner commerciale della Confederazione, la flessione è stata del 3,6%, con Regno Unito e Italia in controtendenza. Passando all’Asia, la diminuzione è stata del 3,7%, ma spicca su tutti il -19,6% del Giappone e il protrarsi della volatilità della Cina (-7,4%).