Caffè: il boomer beve l’espresso, millennial e Z cappuccino
(Keystone-ATS) Il boomer beve espresso e caffè fatto con il filtro, millennial e generazione Z puntano su cappuccino e caffè con il latte, in un contesto in cui la Svizzera è al momento il secondo esportatore al mondo del settore dopo il Brasile.
Sono alcuni elementi che emergono da un vasto studio sulla bevanda voluttuaria pubblicato ieri dalla società di consulenza Deloitte.
Negli ultimi decenni la Svizzera si è trasformata in un polo internazionale del caffè: l’ecosistema elvetico è cresciuto rapidamente in un breve lasso di tempo e oggi comprende rinomate aziende di torrefazione, nonché alcuni dei più importanti commercianti a livello mondiale e i principali produttori di macchine.
In termini di valore delle merci, negli ultimi anni la Confederazione è stata uno dei primi cinque esportatori del ramo e attualmente si colloca al secondo posto al mondo dopo il Brasile, con un export di oltre 3,2 miliardi di franchi nel 2023. “Si tratta di un risultato notevole, dato che la Svizzera non è un paese produttore di caffè né ha un grande mercato interno di caffè”, affermano gli esperti di Deloitte. Il caffè è il prodotto di origine agricola più esportato, con un valore annuo di gran lunga superiore a quello di articoli tradizionali elvetici come il cioccolato e il formaggio.
“La Confederazione è il luogo ideale per il mercato internazionale del caffè”, spiega Karine Szegedi, responsabile del comparto beni di consumo e di lusso di Deloitte Svizzera, citata in un comunicato. “I commercianti beneficiano di un complesso di banche, assicuratori, compagnie di navigazione e spedizionieri che supportano e facilitano la loro attività. Lo stato offre inoltre un ambiente stabile e la certezza del diritto per fare affari. L’interazione di questi fattori di localizzazione ha portato a un’ascesa davvero notevole dell’industria del caffè a partire dai primi anni 2000”.
Il settore è chiaramente molto interessato a scoprire le nuove tendenze. Il trend verso un consumo comodo e al risparmio di tempo è evidente anche nel settore del caffè: molti consumatori lo bevono più volte al giorno, per cui l’aspetto della praticità gioca un ruolo importante nella preparazione a casa. A livello mondiale, il caffè istantaneo è chiaramente al primo posto con il 39%, seguito dal caffè filtro (28%) e dalle macchine a capsule (25%), emerge dall’indagine che ha interrogato 7000 persone, di cui 1000 in Svizzera.
La preferenza per i prodotti rapidi si riflette anche nella domanda di caffè in lattina e in bottiglia: queste varianti sono particolarmente popolare in Asia, Nord America e Regno Unito. Interessante è anche la differenza generazionale: mentre i millennial preferiscono ricorrere a una bottiglia o a una lattina per una sferzata di caffeina, le generazioni più anziane sono ancora più propense a usare una macchina da caffè.
Le generazioni più giovani tendono anche a bere meno caffè di quelle più anziane: i Z consumano in media tra una e due tazze al giorno, mentre la media giornaliera per i baby boomer è compresa tra due e tre tazze al giorno. Da parte loro i giovani ricorrono più spesso ad altri articoli a base di caffeina, come le bevande energetiche, che sono significativamente più popolari che fra le persone più mature.
Le generazioni differiscono anche nel tipo di caffè che consumano regolarmente: i più giovani preferiscono le bevande a base di caffè che contengono più latte, mentre i consumatori più anziani preferiscono il caffè nero. Nel dettaglio, la generazione Z (anni di nascita 1997-2012) puntano – nell’ordine – su caffè al latte, cappuccino e caffè istantaneo; i millenial (1981-1996) su cappuccino, caffè al latte e caffè istantaneo; la generazione X (1966-1980) su espresso, caffè al latte e caffè istantaneo; i boomer (classi fino al 1965) su espresso, caffè filtro e caffè istantaneo.
Anche in Svizzera si notano cambiamenti: l’espresso (46%) e il cappuccino (37%) hanno sostituito il tradizionale café crème (32%) come bevanda preferita. Ciò dimostra una forte italianizzazione della cultura elvetica del caffè, affermano gli esperti di Deloitte. Allo stesso tempo, esistono anche differenze tra le varie regioni linguistiche. Ad esempio, nella Svizzera tedesca si aggiunge più spesso un goccio di latte al caffè, mentre in Romandia e in Ticino l’aggiunta più popolare è quella dello zucchero.
Negli ultimi anni il consumo di caffè a casa è diventato sempre più importante in tutto il mondo. Una prima ondata in tal senso si è avuta durante la pandemia di Covid-19, una seconda tra il 2021 e il 2023, quando molti paesi hanno sofferto di una forte inflazione e i consumatori hanno ridotto le spese in settori non essenziali, tra cui le visite ai ristoranti e ai bar. Nello studio, più della metà degli intervistati (55%) ha dichiarato di preparare il caffè a casa più spesso a causa dell’aumento dei prezzi degli ultimi anni.
“Per l’industria del caffè, le dinamiche inflazionistiche rappresentano una sfida, ma anche una grande opportunità”, osserva Szegedi. “Alla luce della maggiore disponibilità dei clienti a fare sacrifici, un interessante rapporto qualità-prezzo sta diventando ancora più importante. Questo apre nuove opportunità, ad esempio nella vendita diretta per la preparazione del caffè a casa. Sono promettenti le strategie innovative ed efficienti in termini di costi che non solo attirano nuovi clienti attenti al prezzo, ma rafforzano anche la fedeltà dei clienti abituali attraverso i canali digitali e i programmi di fidelizzazione”.
Sempre più importante diventa anche il tema della sostenibilità. “Non è solo una tendenza, ma sta diventando la base del successo commerciale dell’intero settore del caffè”, argomenta Roberto Micelli, responsabile sostenibilità e futuro dell’alimentazione di Deloitte Svizzera, a sua volta citato nel documento per la stampa. “l nostro studio dimostra che i consumatori di caffè in Svizzera sono disposti a pagare un premio considerevole per un caffè sostenibile”.