Bp taglia investimenti su rinnovabili e punta su oil & gas

Il colosso petrolifero britannico Bp ha annunciato un'attesa svolta nella sua strategia, tagliando gli investimenti nelle energie rinnovabili per 5 miliardi di dollari l'anno.
(Keystone-ATS) Si tratta di una drastica revisione degli impegni nella transizione green, in favore invece di un incremento pari a 10 miliardi l’anno delle risorse stanziate per l’estrazione di petrolio e gas. È quanto emerge dai nuovi piani presentati oggi dal gruppo.
Il Ceo Murray Auchincloss ha così annunciato un “radicale reset” nella strategia del gruppo per “poter produrre energia ad alto margine negli anni a venire” con l’obiettivo di essere “molto selettivi nei nostri investimenti nella transizione” green, che vengono ridotti a un valore compreso tra 1,5 e 2 miliardi di dollari l’anno.
Da mesi non solo Bp ma anche le altre multinazionali del settore come Shell stanno andando in questa direzione, con una revisione generale degli impegni presi nell’ambito delle rinnovabili. La società di Auchincloss ha anche annunciato la vendita di attivi per 20 miliardi di dollari nel tentativo di rilanciare il prezzo delle sue azioni. Inoltre deve rispondere alle crescenti pressioni per aumentare la propria performance esercitate in particolare dall’hedge fund statunitense Elliott Management, che ha acquisito una partecipazione di quasi il 5% nel colosso petrolifero quotato a Londra nel Ftse 100.
Tutto questo si inserisce in un contesto politico globale segnato non solo dallo scetticismo sull’emergenza climatica dell’amministrazione Usa del presidente Donald Trump, ma anche dall’annacquamento dei progetti di transizione verde, a favore di un ritorno almeno temporaneo a una maggiore quota destinata agli idrocarburi, ventilato nei fatti da vari altri governi occidentali ed europei, incluso quello laburista britannico di Keir Starmer: sullo sfondo della persistente crisi energetica, dei fattori di instabilità geopolitica e della priorità data alle spese militari.