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Bosnia, confermata in appello la condanna per Milorad Dodik

Keystone-SDA

La Corte d'Appello di Sarajevo ha confermato la condanna del leader politico dell'entità serba Milorad Dodik a un anno di carcere e all'interdizione dai pubblici uffici per sei anni per non aver rispettato le decisioni dell'Alto rappresentante Christian Schmidt.

(Keystone-ATS) Dodik, presidente di lunga data dell’entità serba di Bosnia (Republika Srpska), è stato dichiarato colpevole in via definitiva per aver promulgato nel luglio 2024 due leggi, adottate dal Parlamento della Republika Srpska, che vietano l’attuazione delle decisioni dell’Alto Rappresentante e delle sentenze della Corte Costituzionale della Bosnia sul territorio dell’entità serba.

“La copia scritta della sentenza è stata inviata alle parti il 1° agosto 2025 e non è ammesso alcun appello contro questo stesso verdetto”, ha dichiarato la Corte in una nota. La condanna di Dodik è senza precedenti in Bosnia, un paese diviso in due entità dalla fine della guerra del 1992-1995, una serba e una bosniaco-croata, e la cui vita politica e le cui leggi sono da allora sotto la supervisione di un Alto Rappresentante Internazionale, carica attualmente ricoperta dal tedesco Christian Schmidt.

Subito dopo la sentenza di primo grado, Dodik – che non si è presentato davanti al Tribunale di Sarajevo per ascoltare il verdetto – ha radunato diverse migliaia di sostenitori a Banja Luka, la capitale della Republika Srpska, e ha respinto il verdetto, affermando di non essere “colpevole di nulla”.

In risposta al verdetto, ha anche esortato il parlamento dell’entità serba ad approvare una legge che vieti alla polizia centrale e al sistema giudiziario del paese di operare nella Republika Srpska e ha invitato i serbi che lavorano in queste istituzioni a lasciarle. Una reazione che ha portato all’apertura di un’altra indagine da parte della Procura, questa volta per “attentato all’ordine costituzionale”.

Dodik si “rivolgerà a Putin”

Il leader serbo-bosniaco ha detto di non voler accettare il verdetto. Una sentenza a suo avviso di carattere politico e di persecuzione ai suoi danni. “Niente di inatteso. In base all’accordo di pace di Dayton non esiste né una Procura né un Tribunale della Bosnia-Erzegovina, né un Alto Rappresentante”, ha detto Dodik commentando la sentenza d’appello odierna. “Si tratta di una decisione apertamente politica. Il Tribunale di Bosnia-Erzegovina è un Tribunale politico che ha deciso di intromettersi nella vita politica della Bosnia-Erzegovina”, ha osservato – come riferito dai media a Belgrado. E ha aggiunto che non accetta tale decisione.

“Accetterò ogni decisione del Parlamento della Republika Srpska, e non questa che è stata creata dalla Ue. Non ho commesso nessun reato penale, e mi perseguono solo perchè sono inviso a Schmidt, che io non riconosco” – ha affermato il leader serbo-bosniaco. “È una vergogna, è qualcosa che non ha nulla a che vedere con la democrazia né con il diritto, ma solo con le insistenze dei (bosgnacchi) musulmani di dominare la Bosnia-Erzegovina, di eliminare i Croati (di Bosnia) e che ora vogliono eliminare anche i Serbi (di Bosnia)”.

Dodik ha quindi sottolineato di voler continuare a espletare le sue funzioni di presidente della Republika Srpska, fino a quando non dovesse esserci una delibera del parlamento dell’entità. E finché sarà presidente, ha aggiunto, non consentirà nuove elezioni presidenziali anticipate sul territorio della Republika Srpska. “Tali elezioni non si terranno fino a quando sarò io il presidente”.

Dodik ha poi detto di attendersi il sostegno da parte della Serbia, aggiungendo che si rivolgerà al presidente russo Vladimir Putin e che scriverà alla nuova amministrazione americana. Dodik è nel mirino della comunità internazionale per le sue crescenti aspirazioni secessioniste e per la sua politica ritenuta una minaccia alla sovranità e integrità territoriale della Bosnia-Erzegovina, con conseguenze sulla pace e stabilità nella regione.

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